La foto dell’autovelox ha ritratto una moto di grossa cilindrata sfrecciare a oltre 140 km/h in un tratto di strada in cui vige il limite dei 70 kmh; a bordo un centauro con abbigliamento tecnico di ultimo grido e casco replica di un famoso pilota di MotoGP.
Ma, quando è arrivata al comando di Faenza la dichiarazione del conducente per la detrazione dei punti sulla patente, gli agenti della polizia municipale manfreda hanno avuto una sorpresa: nella dichiarazione infatti il conducente affermava di essere una “arzilla” signora di 72 anni.
Convinta di essere di fronte ad un tentativo maldestro di raggiro, la polizia municipale ha avviato una breve indagine ipotizzando potesse essere addirittura accaduto che qualcuno avesse rubato i dati alla signora. I primi accertamenti hanno subito appurato che la donna, oltre all’età, aveva anche una corporatura esile che difficilmente gli avrebbe consentito di domare la moto ritratta in foto.
Convocata in ufficio per essere ascoltata formalmente, la signora ha però immediatamente ammesso che la dichiarazione l’aveva fatta lei per coprire un parente, al fine di salvaguardargli i punti sulla patente. Per la donna è quindi scattata una denuncia penale per aver dichiarato il falso.
In merito a quanto accaduto, la polizia municipale ricorda che il codice penale dedica un apposito articolo a questo reato di «falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico». La norma punisce con la reclusione fino a due anni chiunque certifichi il falso con un atto pubblico ad un pubblico ufficiale. Secondo la Cassazione, tale norma si applica anche alle false autocertificazioni, quando l’autocertificazione ha lo scopo di provare i fatti descritti dal dichiarante al pubblico ufficiale.