E’ necessaria in tempi rapidi una strategia nazionale che supporti i viticoltori e i pataticoltori nel combattere le gravi emergenze relative alla flavescenza dorata che colpisce la vite e agli elateridi che danneggiano fortemente la coltivazione di patata.
La Regione ha scritto al Ministro dell’Agricoltura, chiedendo risorse economiche, la deroga al Decreto legislativo per danni da calamità naturali, l’attivazione del fondo di solidarietà nazionale recentemente rifinanziato con importanti risorse e che siano previste azioni concrete e condivise di ricerca e sperimentazione per delineare le vie di uscita da questa situazione e al contempo siano disponibili, in attesa di soluzioni innovative, fitofarmaci adeguati.
L’Assessorato regionale all’Agricoltura ha posto all’attenzione del Ministero, in primo luogo l’emergenza causata dalla flavescenza dorata, fitoplasma che sta mettendo a dura prova il sistema vitivinicolo dell’Emilia-Romagna come quello di altre regioni del nord Italia.
Una situazione aggravata da una forte recrudescenza della malattia che negli ultimi anni, particolarmente nell’ultimo triennio, è cresciuta esponenzialmente nonostante i tanti sforzi fatti dal sistema regionale e dagli operatori professionali. Inoltre, la Regione ha evidenziato la grave proliferazione degli elateridi che, nonostante le puntuali strategie di difesa adottate, producono gravi danneggiamenti alle coltivazioni di patata.
Flavescenza dorata ed elateridi
In Emilia-Romagna la flavescenza dorata e l’insetto vettore (Scaphoideus titanus) sono presenti da oltre un ventennio. La Regione ha messo a punto strategie di contrasto alla malattia promuovendo e finanziando attività di ricerca e sperimentazione, attività di sensibilizzazione e di controllo del territorio. La situazione coinvolge gravemente il comparto viticolo.
Gli elateridi, insetti della famiglia dei coleotteri, negli ultimi anni stanno causando ingenti danni nelle principali aree di coltivazione della patata in Italia. L’aumento della presenza degli elateridi nei terreni agricoli mette a rischio non solo le patate, ma attacca anche altre coltivazioni importanti per l’economia regionale come il pomodoro, il mais, la barbabietola da zucchero, l’erba medica.