Forte difficoltà e rischio ‘estinzione’ per le aziende ravennati del comparto florovivaistico. L’emergenza da Covid-19 sta mettendo a dura prova l’intero settore della nostra regione, con oltre 3.000 imprese che a causa del lockdown stanno perdendo le entrate in un periodo nel quale normalmente realizzavano il 75% del ricavo annuale. Per questi motivi Coldiretti ha presentato alla Regione Emilia-Romagna la richiesta di proclamare lo stato di calamità per il comparto, con l’istituzione di un fondo ‘salva imprese’ e una serie di proroghe per gli adempimenti tra cui la scadenza del 30 aprile relativa alla denuncia annuale delle produzioni vivaistiche.
“Ci troviamo in una situazione drammatica – afferma Claudia Caravita dell’azienda vivaistica Stellini Primo di Lugo – in sol colpo abbiamo perso il 90% del fatturato annuale. Abbiamo apprezzato la sospensione dei mutui, il mini-prestito da 25mila euro, ma stiamo parlando di gocce in un mare in tempesta, di palliativi che non ci consentono di compensare i mancati introiti, indispensabili per pagare competenze e contributi che, a mio avviso, dovrebbero essere riperimetrati sulla base degli incassi effettivi”. La richiesta che arriva dalle imprese, come ribadito anche da Coldiretti alla Regione, è quella di liquidità a fondo perduto e dell’azzeramento o rateizzazione dei contributi, altrimenti il comparto rischia letteralmente di ‘saltare’.
Anche nel Faentino la situazione non è rosea: “Abbiamo accusato un danno importante nel momento clou della stagione – spiega Cristina Bandini della Società florovivaistica Bandini di Faenza – è, infatti, proprio a primavera, con matrimoni, cresime, comunioni che realizziamo gran parte del nostro fatturato. Venendo meno le cerimonie, tutte annullate per via del coronavirus – aggiunge – non ci resta che confidare nell’aiuto delle istituzioni e in una riapertura del mercato al dettaglio che solo ora sta ripartendo con la riattivazione dei vari mercati di piazza”.
Nell’incontro in videoconferenza fra i CAA provinciali di Coldiretti Emilia Romagna con i funzionari regionali responsabili del settore fitosanitario e dell’attuazione delle normative fitosanitarie in ambito vivaistico, l’Organizzazione agricola ha sottolineato come “Il decreto Cura Italia, ad ora, non consenta di fornire una concreta risposta al comparto e che, per tale motivo, si ritenga indispensabile l’istituzione di un fondo speciale per il settore florovivaistico da cui attingere contributi a fondo perduto per la ripartenza delle aziende, sostenendo così le imprese che hanno perso la produzione per l’impossibilità di commercializzarla in conseguenza delle limitazioni nel commercio interno ed estero”.
“Le imprese florovivaistiche – conclude Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Ravenna – in questa situazione non rischiano solo il danno economico, ma viene messa in discussione la loro sopravvivenza e continuità, tale da poter generare un danno irreparabile”.
L’incontro è stata anche un’occasione per affrontare gli argomenti presenti nei nuovi regolamenti europei focalizzando l’attenzione sul Registro Ufficiale degli operatori professionali, sul passaporto delle piante e sulla modulistica relativa alle procedure di registrazione e di richiesta di autorizzazione.
Gli uffici CAA Coldiretti sono a disposizione e a supporto dei degli associati per procedere con i nuovi adempimenti.