“Sono passate otto settimane dall’emanazione delle prime misure di gestione dell’emergenza epidemiologica. Otto settimane dalla chiusura delle scuole e dei servizi educativi.
Otto settimane in cui l’emergenza sanitaria ha svelato tante contraddizioni. Fra queste l’evidenza che nelle nostre scuole, nei servizi comunali i lavoratori non sono tutti uguali e fra i meno uguali ci sono le lavoratrici e i lavoratori in appalto nei servizi scolastici e nei centri educativi; lavoratori che assieme all’emergenza sanitaria hanno dovuto fare i conti con stipendi dimezzati.
Per queste lavoratrici e lavoratori fin dall’inizio dell’emergenza (era il 24 febbraio), abbiamo richiesto un confronto con il Comune di Ravenna e con le cooperative che gestiscono l’appalto, rivendicando la garanzia del salario pieno.
Per Comune, cooperative e altri sindacati invece c’era un unica soluzione: l’accesso agli ammortizzatori sociali e la sola certezza del 60-65% di un salario già misero, anche quando è pieno.
Con la mobilitazione spontanea e il sostegno di SGB, le educatrici e gli educatori hanno dimostrato che era possibile dare continuità ai servizi per i cittadini disabili, continuità alle attività educative, garantendo anche la loro retribuzione. Grazie a questa mobilitazione, nelle ultime settimane di marzo sono stati riprogettati gli interventi educativi, svolgendoli a distanza.
L’iniziativa sindacale però non si interrompe. In diversi casi abbiamo riscontrato inadempienze e omissioni da parte di Dirigenti Scolastici, che hanno ritardato gli interventi educativi o hanno deciso di ridurre le ore assegnate agli educatori, danneggiandoli economicamente. Ritarda poi la riprogrammazione e riprogettazione dei servizi dei centri diurni rivolti ai disabili, impedendo agli educatori di svolgere il proprio orario contrattuale.
Siamo stati rimproverati di avere accusato il Comune di Ravenna di approfittare di questa emergenza per risparmiare sui servizi alle persone disabili e sulla pelle di educatrici ed educatori. Bene, ora che è evidente la possibilità di riprogettare i servizi c’è la possibilità di dimostrare che le nostre accuse erano immotivate.
CHIEDIAMO AL COMUNE DI RAVENNA
• il pieno riconoscimento del monte ore assegnato ad inizio anno scolastico per tutte e tutti gli educatori. Basta tagli di ore da parte dei Dirigenti Scolastici, incuranti del pieno diritto allo studio delle alunne e degli alunni in condizioni di disabilità e dei diritti dei lavoratori;
• l’immediata riprogrammazione e riprogettazione dei servizi dei centri diurni rivolti ai disabili, riconoscendo alle educatrici ed agli educatori l’intero orario previsto nel loro contratto individuale;
• la progettazione di servizi educativi per il periodo estivo di sostegno alle persone disabili e alle lo famiglie, reinvestendo le risorse non utilizzate nel mese di febbraio e marzo, garantendo agli educatori il recupero delle ore non svolte nello stesso periodo.
Su queste proposte le educatrici e gli educatori di SGB chiedono l’apertura di un tavolo di confronto con l’Amministrazione e le cooperative.”
per le educatrici e educatori SGB Ravenna
Francesca Casadei, Maria Rosso