Vigileranno le sponde del Fosso Vecchio, principale canale di irrigazione del territorio della Bassa Romagna, al fine di controllare visivamente se nell’acqua si presentano anomalie, ma anche con l’obiettivo di fungere, con la loro presenza, da deterrente a chi, eventualmente, coltivi cattivi pensieri.
Dopo quanto avvenuto nei primi giorni di maggio, quando un tratto del canale venne invaso da una sospetta schiuma bianca, episodio prontamente segnalato da Coldiretti agli enti preposti, gli agricoltori locali aderenti all’Associazione hanno deciso di organizzarsi in piccoli gruppi per monitorare personalmente lo stato di salute del corso d’acqua.
“In questa stagione caratterizzata da pressoché totale assenza di piogge – commenta Domenico Calderoni, Presidente della sezione basso-romagnola di Coldiretti – l’acqua è un bene ancor più prezioso per noi agricoltori e per l’intera agricoltura provinciale, a tal fine è indispensabile che gli imprenditori agricoli abbiano la certezza di poter irrigare con la massima sicurezza e ”.
Le ‘sentinelle del Fosso Vecchio’, così come si sono ribattezzati gli agricoltori impegnati nei controlli del canale, con la loro azione di monitoraggio puntano ad evitare il ripetersi di potenziali fenomeni che possano mettere a repentaglio la salubrità delle acque irrigue.
“Gli agricoltori sono da sempre le prime sentinelle della qualità delle acque, nonché i tutori dell’equilibrio ambientale – spiega Marco Bellosi, Segretario di zona Coldiretti – in questo momento in cui le risorse idriche sono messe a dura prova dalla siccità, con annessi rischi per colture e raccolti, la loro attività di osservazione è ancora più importante”.
L’obiettivo delle ‘sentinelle’ è duplice: assicurare una risposta adeguata ai bisogni irrigui ambientali e dell’agricoltura. “Perché troppo spesso – commenta il Direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – queste risposte, nonostante siano gli stessi agricoltori a farsi carico di costi per la manutenzione della rete irrigua e a pagare, di tasca propria, quota parte del costo di quell’acqua, non arrivano. Da qui – prosegue Zampini – l’idea di fare da soli e di mettere in atto controlli periodici al fine di poter avere garanzie sulla qualità dell’acqua, dato che nutriamo dubbi sul fatto che tale lavoro venga svolto con costanza dagli enti preposti”.