Sono sempre meno le edicole in città e nei prossimi anni l’emoraggia in città continuerà. Un calo vistoso che va avanti da anni, dettato dalla crisi della carta stampata. Il 25% dei Comuni italiani, tanto per citare un dato, ormai non ha neanche un’edicola aperta sul proprio territorio. La crisi è rallentata lo scorso anno, a livello nazionale, ma le chiusure continuano. Il rischio è la desertificazione di luoghi della città. Per questo motivo il capogruppo di Forza Italia, Alberto Ancarani, ha depositato un’interrogazione in consiglio comunale per chiedere di conoscere i piani futuri del Comune di Ravenna in merito.
Il testo dell’interrogazione:
La “strage delle edicole” è all’ordine del giorno, come viene ricordato ormai costantemente dagli organi di stampa e come appare evidente a chiunque viva la città, ma ha fatto scalpore la notizia sul fatto che entro la fine dell’anno 2023 andranno a chiusura altri quattro punti vendita, riducendo quindi considerevolmente il numero delle attività superstiti, dalle oltre 30 risalenti a una decina di anni fa, alla dozzina scarsa odierna;
Considerato che:
è ormai inutile, e sovrasta le competenze comunali, spiegare il motivo per cui gli edicolanti si ritrovano costretti ad abbassare le serrande non riuscendo più a vendere o cedere l’attività commerciale: orari infernali spesso trascorsi in mezzo alla strada, tassazione non agevolata, margini editoriali risicatissimi e prezzi imposti per cui nemmeno i sindacati di settore sono mai riusciti ad essere efficaci, editori che spingono sempre più sugli abbonamenti spediti a casa a discapito dei commercianti utilizzati solo come arieti per entrare nelle case dell’utenza, introduzione degli stessi prodotti nella GDO, diffusione capillare dell’informazione online e in diretta che rende la carta stampata sempre e comunque obsoleta, caro prezzi anche sul prodotto di edicola, ecc;
Evidenziato che:
risulta quindi patente che l’edicola sia ormai diventata una categoria commerciale incapace di autosostenersi se non inserita in contesti commerciali più ampi (vedi, appunto le GDO, o in quei negozi/cartoleria/bar che non prevedono la vendita di giornali come loro core business ma piuttosto come arrotondamento);
Tenuto conto che:
molte delle edicole che hanno chiuso o stanno chiudendo nel nostro territorio sono caratterizzate da chioschi su strada, i quali, in molti casi, sono rimasti collocati nel loro sito o questo sta per essere il loro destino, in preda al degrado, alla sporcizia, utilizzati come toilette, talvolta come rifugi per senzatetto (è il caso del chiosco abbandonato di Via Cesarea che era stato occupato abusivamente forzando le saracinesche), con evidente stato di deperimento;
Ricordato che:
tali chioschi, occupando suolo pubblico di proprietà comunale, sono soggetti al pagamento della Tassa di Occupazione Suolo Pubblico TOSAP, per tutta la durata della permanenza su area, ma molte delle concessioni a suo tempo rilasciate dal comune sono probabilmente intestate ad aziende e singole persone che hanno cessato la propria attività da tempo o intendono farlo a breve;
si chiede al Sindaco ed alla Giunta:
• Quanti siano attualmente i chioschi sul suolo pubblico del Comune di Ravenna risultanti inattivi (chiusi);
• Se i concessionari con attività inattiva stiano continuando a pagare la TOSAP, e in caso contrario, a quanto ammonti il credito TOSAP complessivo che il Comune vanta dalle predette attività cessate;
• Anche nel caso di regolare pagamento della TOSAP, ma rimanendo i chioschi in stato di abbandono, se intenda il Comune sollecitare la rimozione forzata dei manufatti non utilizzati proprio per riqualificare le zone ed evitare conseguenze di degrado, dandosi una tempistica precisa per agire dal momento in cui diviene ufficiale la cessazione delle attività;
• Se si ritenga di prendere più specificamente in mano la situazione annullando la concessione o scegliendo di riqualificare e ridestinare questi chioschi o liberando il suolo pubblico dai manufatti degradati al fine di evitare i fenomeni di degrado