“Le scuole paritarie attualmente in Italia sono 12.564 per un totale di 866.905 studenti, a fronte delle 40.749 statali. Per la maggior parte di esse, si tratta di scuole dell’infanzia (8.957), 1.385 le primarie, 622 le medie e 1.600 le superiori. Un settore quindi che coinvolge un gran numero di famiglie e di lavoratori, visto che le scuole paritarie garantiscono 180.000 posti di lavoro” afferma Davide Solaroli, docente dell’Istituto San Giuseppe di Lugo.
“Eppure sino a oggi tale settore è stato quasi completamente ignorato dai provvedimenti straordinari del Governo per far fronte all’emergenza lavorativa ed educativa creata dal coronavirus. Allo Stato non sono stati chiesti né privilegi né elemosina, ma di riconoscere il servizio pubblico che queste realtà assicurano. intervenendo con un fondo straordinario destinato alle realtà paritarie oppure con forme di sostegno, quali la detraibilità delle rette. Senza tali interventi statali, si corre seriamente il rischio che a settembre molte scuole non abbiano più le risorse per restare aperte” continua Solaroli.
“Oppresse dalla crisi economica, molte famiglie hanno smesso di pagare la retta, anche se la scuola ha continuato a erogare il suo servizio a distanza. Pur comprendendo le difficoltà delle famiglie, le scuole devono però continuare a garantire gli stipendi ai docenti. Ma se le scuole paritarie fossero costrette a chiudere, sarebbe un grandissimo problema anche per lo Stato, poiché gli studenti delle paritarie si riverserebbero sulla scuola pubblica, che già oggi non dispone di spazi adeguati e soffre la carenza di docenti. Per tutte queste ragioni, le Presidenze nazionali dell’Usmi (Unione Superiore Maggiori d’Italia) e della Cism (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) hanno proposto a tutte le scuole paritarie di aderire il 19 e il 20 maggio 2020 a due giornate di sciopero responsabile e con didattica alternativa” spiega il docente.