“Mancano pochi giorni all’inizio della scuola in Emilia Romagna e, come ogni anno, anche questa volta si inizierà male. Con il problema delle cattedre vuote. Secondo lo stesso Ministero dell’istruzione 7.717 insegnanti da reclutare per garantire un inizio regolare del nuovo anno nella nostra regione. Secondo il governo ne mancano più di 94mila (fra docenti di ruolo e di sostegno) in tutta Italia. Ma in realtà il problema delle cattedre vuote dovrebbe toccare più realisticamente, e per i problemi che andremo a descrivere, quota 150mila. Non possiamo nemmeno parlare di emergenza, visto che l’annosa questione si ripete ogni anno”: a dirlo in una nota è Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
Le stime ipotizzano che per il primo suono della campanella – il prossimo 15 settembre – soltanto il 50% dei posti vacanti degli istituti di ogni ordine e grado sarà coperto. E soltanto per la scuola elementare in 5 regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Lazio su 8.275 cattedre disponibili se ne potranno coprire soltanto 1.030: una media di appena il 12,4%.
“Si incrociano fattori diversi e tutti endemici: troppe cattedre vacanti al Nord, troppi aspiranti prof. che risiedono al Sud e mal digeriscono trasferimenti, aspiranti sempre insufficienti rispetto ai posti disponibili, oppure: graduatorie esaurite, ritardi nella pubblicazione di alcune graduatorie o concorsi contestati… Insomma, a livello generale, il caos. Con il risultato che anche questa volta si dovrà ricorrere ai supplenti con contratti a tempo determinato, con gli uffici scolastici chiamati a un superlavoro e la piaga del precariato che nel mondo della scuola non si riesce a debellare, nonostante i proclami dei tanti ministri e governi che si sono susseguiti negli ultimi decenni”: aggiunge ancora Tullia Bevilacqua.
“L’esperienza insegna che il sistema dei concorsi è inadeguato, sono troppi e completamente scoordinati tra loro, addirittura di accavallano. C’è un problema reale che è quello della verifica dei titoli dell’insegnante che viene svolta soltanto dopo l’assunzione e con le prime lezioni da avviare. Per cui, se i candidati che hanno attestato il falso vengono scoperti in itinere e poi licenziati i sostituti – che magari nel frattempo hanno scelto altri incarichi – non si trovano nell’immediatezza”: afferma Tullia Bevilacqua.
L’Ugl Emilia-Romagna, nei giorni scorsi, ha già parlato della questione degli insegnanti di sostegno: non si potrebbe procedere alle supplenze prima di aver effettuato le nomine in ruolo dei docenti specializzati e dei precari che hanno effettuato tre anni di servizio e superato il concorso straordinario.
Ed oggi il sindacato lancia l’allarme sul problema delle tante cattedre vuote ed anche dei tanti, troppi, posti scoperti tra collaboratori scolastici e personale di segreteria delle scuole.
“Troviamo assurdo e preoccupante dover indicare tutte queste criticità, puntualmente, ogni fine estate alla vigilia di ogni prima campanella. Problemi reali che costringono gli Uffici Scolastici Regionali ad un ‘superlavoro’. Quest’anno, poi, si aggiunge un elemento in più: l’annunciata assenza del cosiddetto “organico Covid”, ovvero il personale aggiuntivo e di supporto (80mila persone tra docenti e Ata il primo anno e poi 40mila in tutta Italia) nella gestione delle regole anti-contagio nei due anni più duri della pandemia. Molti dirigenti scolastici hanno chiesto espressamente che non si rinunci a questa forza lavoro per mere motivazioni economiche”: insomma un cahiers de doléances che, come ricorda e conclude il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua, dovrà necessariamente diventare “una delle priorità da risolvere del nuovo parlamento e del nuovo governo dopo il voto del prossimo 25 settembre”.