In Emilia-Romagna l’adesione agli screening oncologici per la diagnosi precoce e la cura di alcune delle forme più diffuse di tumore, quelli al colon-retto, al collo dell’utero e alla mammella, supera i livelli pre-pandemia.
Lo dicono i dati monitorati dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute e aggiornati al 31 dicembre 2022 relativi ai tre programmi di screening messi gratuitamente a disposizione dal Servizio sanitario regionale. Dati da cui emerge un’ulteriore buona notizia: l’adesione in Emilia-Romagna è per tutti e tre superiore alla media nazionale.
“Il monitoraggio- evidenzia l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– conferma, oltre al pieno recupero dei numeri, la centralità dei programmi di prevenzione e diagnosi precoce messi in campo dalla Regione. Aderire agli screening oncologici gratuiti è importante, è un segno di attenzione nei confronti della propria salute. Bastano pochi minuti per prenderci cura di noi stessi”.
Per lo screening dei tumori al seno la percentuale di adesione della popolazione target femminile (donne nella fascia di età 45-74 anni), che nel 2021 era del 69%, nel 2022 è salita al 71%; si è passati dal 63 al 65% per lo screening al collo dell’utero (donne tra i 25 e 64 anni), e dal 51 al 53% per lo screening al colon-retto, che coinvolge uomini e donne tra i 50 e i 69 anni.
Numeri in crescita, ma che possono essere migliorati ulteriormente soprattutto per quanto riguarda la prevenzione del cancro al colon retto, che è il secondo per frequenza e mortalità, considerando l’intera popolazione maschile e femminile sia italiana che emiliano-romagnola. Uno screening semplice e indolore, che avviene attraverso il test del sangue occulto nelle feci, e molto efficace: in Emilia-Romagna, da quando è stato introdotto, cioè nel 2005, per chi ha aderito si registra un calo significativo di nuovi tumori e tasso di mortalità sia negli uomini (rispettivamente -33% e -65%) che nelle donne (-21% e -54%). All’invito allo screening, però, c’è ancora un 47% dei destinatari che non risponde, sottovalutando l’importanza della diagnosi precoce.
Sono sempre i dati, infatti, a dimostrarla e confermarla, anche per il tumore al seno e al collo dell’utero: nella popolazione target -40% l’incidenza di tumori della cervice uterina e – 50% la mortalità. Per le donne che aderiscono allo screening mammografico: – 56% la mortalità per tumore al seno e -31% le forme avanzate di carcinoma mammario.
Ridurre sempre più la mortalità, favorire la diagnosi precoce e incentivare la più ampia adesione possibile della popolazione residente e domiciliata in Emilia-Romagna: questo l’obiettivo per il quale continuano a lavorare la Regione e l’intero servizio sanitario.