Nell’ambito dell’azione di contrasto allo sfruttamento della manodopera irregolare, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno eseguito un controllo presso un laboratorio artigianale di confezioni per abbigliamento di Faenza, individuando all’interno dei locali aziendali due lavoratori stranieri impiegati totalmente “in nero”.
I due lavoratori sono infatti risultati sprovvisti del contratto di assunzione e per loro il datore di lavoro ha omesso di presentare la comunicazione preventiva agli enti preposti.
Per una delle due posizioni di lavoro “in nero” scoperte è stata avviata la procedura di irrogazione della cosiddetta “maxi-sanzione”, che va da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 10.800 euro, mentre per l’altra si è proceduto ad irrogare la “maxi-sanzione aggravata”, che va da un minimo di 2.160 euro ad un massimo di 12.960 euro, in quanto il lavoratore è risultato anche privo di regolare permesso di soggiorno.
Per il datore di lavoro è scattata la sospensione dell’attività per aver impiegato manodopera irregolare in misura pari al 40% del totale dei lavoratori regolarmente assunti e trovati sul posto di lavoro.
L’attività ispettiva è stata eseguita unitamente ad ispettori dell’azienda A.U.S.L. della Romagna – Ufficio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro – sede di Faenza, i quali hanno effettuato rilievi materiali ai fini degli accertamenti di propria competenza, con particolare riguardo alle norme previste dal Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro.
Al termine dell’ispezione le Fiamme Gialle hanno deferito alla Procura della Repubblica di Ravenna uno dei lavoratori stranieri per mancanza di regolare permesso di soggiorno, mentre il titolare del laboratorio è stato denunciato in violazione delle disposizioni in materia di immigrazione.
L’operazione si inquadra nell’ambito dell’intensificazione dell’azione di contrasto al sommerso da lavoro avviata dall’inizio dell’anno dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna, volta ad individuare situazioni di sfruttamento di manodopera irregolare che, oltre a rappresentare una prevaricazione in danno dei lavoratori, costituiscono anche una grave forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole.