Nel corso degli ordinari servizi di controllo economico del territorio finalizzati anche alla repressione dell’abusivismo commerciale, i finanzieri della Compagnia di Faenza hanno individuato in città un’officina meccanica e di riparazione gomme completamente abusiva, in quanto sprovvista delle necessarie autorizzazioni commerciali ed amministrative per esercitare l’attività.
L’autofficina veniva gestita da un cittadino italiano di 40 anni in un capannone ubicato nei pressi della stazione ferroviaria, all’interno del quale erano state collocate tutte le attrezzature necessarie per la riparazione di autoveicoli tra cui ponti sollevatori, carrelli, cric pneumatici, idropulitrici, compressori, saldatrici, banchi professionali da lavoro, macchinari per l’equilibratura delle gomme, oltre a numerosi pezzi di ricambio ed utensili vari.
A servizio dell’attività illecita, poi, una vera e propria discarica di rottami metallici ed olii esausti, anch’essa tenuta in modo del tutto abusivo, che si estendeva sia all’interno che all’esterno dell’officina.
Alla vista degli scarti di lavorazione ammassati alla rinfusa, i finanzieri hanno quindi richiesto l’intervento del personale dell’ARPA Regionale, che ha confermato la natura di rifiuti speciali e pericolosi di gran parte del materiale giacente nei locali ispezionati, tra cui pneumatici usati ed olii esausti, che, in mancanza di qualsivoglia registro di rendicontazione e/o formulario di scarico, venivano evidentemente smaltiti illegalmente.
Nel contempo gli ispettori della locale ASL hanno verificato il rispetto delle norme di sicurezza degli impianti e della normativa antincendio mentre i finanzieri accertavano inoltre che il meccanico abusivo, per l’esercizio dell’attività, sin dall’ottobre 2018 si avvaleva dell’opera di un lavoratore “in nero”, un cittadino romeno di 30 anni che operava in un ambiente insicuro e in assenza delle coperture assicurative obbligatorie.
Dagli immediati e preliminari approfondimenti tramite banche dati effettuati dai finanzieri è emerso, inoltre, che l’impresa esercitava l’attività economica dall’anno 2016 e che nel corso degli anni non aveva mai presentato alcuna dichiarazione ai fini dell’IVA, mentre ai fini delle imposte dirette aveva dichiarato ricavi solo per pochi euro l’anno. Veniva così acquisita copiosa documentazione extracontabile che permetterà ora di ricostruire il reale volume d’affari, con conseguente quantificazione delle imposte finora evase.
A conclusione dell’attività ispettiva le Fiamme Gialle faentine hanno quindi posto sotto sequestro amministrativo, per la successiva confisca, tutte le attrezzature utilizzate per l’esercizio abusivo dell’attività. Per le accertate violazioni ambientali, invece, il titolare dell’attività è stato segnalato alla
competente Autorità Giudiziaria e le aree utilizzate come discarica abusiva sono state sequestrate penalmente.
L’abusivismo commerciale costituisce un circuito economico illegale basato sull’evasione fiscale, sul lavoro nero e sul mancato rispetto delle norme per la sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, danneggiando così gli operatori onesti, il fisco e, non ultimo, l’ambiente in cui i rifiuti speciali prodotti e gli scarti da lavorazione vengono dispersi senza alcun tracciamento e controllo.