Nella giornata di ieri, all’età di 90 anni, è scomparso Panos Tsolakos, importante figura artistica legata da moltissimi anni alla nostra città. Originario della Grecia, della città di Chalkis, Panos da anni si era trasferito a Faenza dove aveva trovato la sua ideale patria artistica. Dopo aver appreso i primi rudimenti della tecnica ceramica da artigiani del paese natale, Panos aveva partecipato, nel 1958, alle esposizioni di Ostenda e di Gmunden soggiornando per breve tempo a Parigi. Nel 1960, vincitore di una borsa di studio in Italia, si stabililì a Faenza dove svolgerà tutta la sua attività artistica. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte per la Ceramica e lo studio di Carlo Zauli, fin dai primi momenti individò nel grès il suo materiale di elezione, instaurando rapporti anche con il Laboratorio Pesaro di Nanni Valentini e Franco Bucci, individuando nelle tecniche di smaltatura con l’uso delle ceneri e della fiamma libera del forno la sua cifra stilistica personale che si materializzavano nelle sue sculture dominate da fiammature, colature di smalti a grosso spessore e deformazioni. Nel 1964 partecipò per la prima volta al Concorso Internazionale per la Ceramica di Faenza piazzandosi al secondo posto. Nel 1971 vinse il Premio Faenza e il primo premio al Concorso Internazionale per la Ceramica di Gualdo Tadino e l’anno successivo le sue opere furono protagoniste alla Biennale di Venezia. Nello stesso anno, iniziò una lunga collaborazione con Ceramica Iris progettando la serie di mattonelle da pavimento e rivestimento ‘Logos’. Da ricordare, l’opera del 2004, una colonna in grès e oro a terzo fuoco realizzata in occasione delle Olimpiadi di Atene, collocata a Maroussi.
“Panos -sottolinea il sindaco Massimo Isola- è stato un artista geniale, una personalità vivace, dotato di un’intelligenza unica che ha contribuito ad aggiornare l’identità faentina legata ai codici della ceramica applicata alla scultura. Nel 1971 si aggiudicò il Premio Faenza, cosa che lo portò a conquistare la stima della comunità ceramica. Figura curiosa e pronta ad affrontare i temi dell’innovazione attraverso la realizzazione di opere straordinarie; con Panos lavoravamo alla costruzione di un percorso di valorizzazione del suo lavoro ma anche alla trasmissione della sua sapienza e della sua creatività ai giovani artisti, un ricordo che rende ancor più forte l’orma che lascia alla nostra città. Ci mancherà moltissimo non solo per le sue opere artistiche ma per essere stato un personaggio dotato della capacità di animare il dibattito culturale faentino che teneva insieme critica e competenza nel migliore dei modi. Con Panos se ne va un pezzo della storia artistica faentina del secondo Novecento, una personalità che ha contribuito a definire ciò che siamo stati e ciò che siamo come città d’arte e di cultura”.