«La risposta, calorosa come non mai, “da parte della piazza” era quella che ci attendevamo, i numeri delle adesioni allo sciopero, dall’altra parte, confermano che i colleghi professionisti dell’assistenza hanno oggi una sola voce, quella che urla forte, come non mai, alle istituzioni e alla politica, che è arrivato il momento del cambiamento.
Punte dell’85% al netto del personale esonerato in quanto obbligato ai servizi minimi: è questa la percentuale di una protesta che senza ombra di dubbio ha lasciato il segno».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Non smetteremo mai di ripeterlo, in gioco non c’è solo il futuro di infermieri e ostetriche, ma soprattutto è la tutela della salute della collettività ad essere fortemente a rischio senza la valorizzazione di quei professionisti che con le loro competenze e le loro elevate responsabilità giocano da tempo un ruolo chiave in un sistema sanitario degno di tal nome.
Non possiamo continuare a perdere pezzi per strada: meno laureati, meno iscritti alle facoltà infermieristiche, sempre più giovani che fuggono all’estero, dimissioni volontarie dalla sanità pubblica e un esercito di professionisti destinati ad andare in pensione , insoddisfatti perché il Governo vuole tagliargli anche quel poco che hanno già maturato, e senza essere nemmeno rimpiazzati.
Lo sciopero si è dimostrato, è sotto gli occhi per tutti , come il legittimo strumento per raccontare alla collettività il nostro disagio e per dimostrare alla politica il tempo delle pacche sulle spalle e degli elogi è bello che finito.
Nessuno osi mettere le mani in tasca ai professionisti dell’assistenza, nessuno osi più mettere a rischio la nostra salute psico-fisica trasformandoci negli attori di un triste film già visto, dove la trama è drammaticamente la stessa: retribuzioni non alla pari con i colleghi europei, disorganizzazione, turni massacranti, in alcuni casi ferie che diventano un lontano ricordo, a discapito degli affetti familiari.
E’ tempo, con il nuovo contratto alle porte, di destinare risorse ad hoc a infermieri, ostetriche e a tutti gli altri professionisti dell’area non medica. Di questo chiederemo conto anche al Comitato di Settore , che avrà la responsabilità di adottare la sua direttiva per il rinnovo.
E’ tempo di mettere in atto “una vera cancellazione” di quel vincolo di esclusività che dia modo ai professionisti dell’assistenza, al pari dei medici, di attuare quella libera professione che rappresenta l’ancora di salvataggio per la sanità privata e per il rilancio indispensabile della sanità territoriale.
La piazza di Roma ha risposto presente. Da Nord a Sud, da settimane, sono in atto le nostre mobilitazioni, tutte prodromiche alla piazza odierna di Roma: Milano, Rimini, Ravenna, Bologna, Torino, Treviso, Mantova, Como, Brescia, Genova, hanno già risposto presente con i nostri sit-in.
Molto apprezzato il sostegno, alle azioni di protesta, ricevuto pubblicamente dal Presidente della FNOMCEO, dott Filippo Anelli, presente in Piazza Santi Apostoli. Da apprezzare anche il pieno sostegno della Fnopi, con la Dott.ssa Mangiacavalli che non ha fatto mancare il suo appoggio alla protesta degli infermieri.
Oggi, oltre che a Roma, i nostri infermieri, le ostetriche e gli altri professionisti sanitari hanno manifestato a Venezia, Sondrio, e Benevento, domani toccherà anche a Terni.
Abbiamo, però, la netta sensazione che, se il Governo non deciderà di ascoltarci seriamente, le battaglie non volgeranno al termine anzi, possiamo senza dubbio considerarci all’inizio di una nuova caldissima stagione di proteste.
E non saremo certo noi quelli che si tireranno indietro, finché la politica non prenderà coscienza del fatto che non siamo e non saremo la Cenerentola della sanità italiana», chiosa De Palma.