Anche Legambiente sarà presente in Emilia-Romagna a fianco del movimento di Fridays for Future per lo Sciopero Globale di venerdì 23 settembre. Un appuntamento importante in vista delle imminenti elezioni politiche, a conclusione di una campagna elettorale che ancora una volta trascura la crisi climatica. Questo tema è stato invece ben affrontato sai dal mondo scientifico, con la Lettera aperta alla politica degli scienziati della Società Italiana per le Scienze e il Clima, e dai movimenti ambientalisti, in particolare con l’Agenda Climatica stilata dai giovani di Fridays for Future, e con le 100 proposte di Legambiente.
L’energia è un tema cardine:nel mirino le false soluzioni che non fanno altro che relegarci al passato delle fonti fossili, come i rigassificatori e le esortazioni a nuove estrazioni in adriatico. L’attuale crisi energetica mette a nudo l’inerzia della politica, incapace di prendere di petto soluzioni che allo stesso tempo contrastino l’emergenza energetica e la crisi climatica in corso.Come emerge infatti dalla recente analisi di Legambiente “Italia fossile”,sono 120 le infrastrutture a fonti fossili in valutazione presso il Ministero della Transizione Ecologica tra centrali a gas fossile, metanodotti, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori.
“Il futuro è rinnovabile o non è” – commenta Legambiente Emilia-Romagna – “usare l’attuale crisi energetica come scusante per relegarci ancora una volta alle fonti fossili per decenni è fuorviante, per non dire demagogico”.
D’altronde, ignorare la crisi climatica nella nostra penisola è particolarmente irresponsabile, dato che il nostro territorio è un “hotspot” del cambiamento climatico, ovvero un luogo in cui gli effetti avversi della crisi si verificano più intensamente e in anticipo rispetto agli altri paesi.Il 2022 si attesta l’anno dei record, con 132 eventi metereologici estremi in Italia da gennaio a settembre, la media annua più alta degli ultimi decenni.Oltre alle preoccupazioni a livello globale e nazionale, si aggiunga il fatto che la regione Emilia-Romagna è la regione con più alta vulnerabilità di rischio idrogeologico sul territorio italiano
“Riteniamo dunque che i rappresentanti della regione nei collegi in camera e in senato dovrebbero essere i primi portatori d’interesse verso una transizione verde.” – continua Legambiente – ”Indipendentemente dal risultato del voto del prossimo 25 settembre, l’abbondono delle fonti fossili e la riduzione delle emissioni di gas climalteranti devono essere al centro del pensiero di governo perché aldilà dei differenti colori politici, il nostro pianeta è uno solo.”
- Ravenna: presidio alle ore 9:30 in Piazza del Popolo