“In un recente articolo de “Il Fatto Quotidiano”, datato 16 giugno 2024, vi era scritto che la Russia è tornata ad essere il primo fornitore di gas dell’Europa, fonte citata dall’autorevole testata giornalistica del “Financial Times”.

Si metteva in chiaro come dalle forniture di maggio, il gas fornito ai paesi europei proveniente dalla Russia ha superato quello statunitense e di conseguenza le forniture in forma liquefatta per rifornire i rigassificatori sono aumentante drasticamente, dopo l’invasione dell’Ucraina.

Del resto il Movimento 5 stelle a Ravenna, attraverso il Capogruppo Consigliere Schiano, aveva già portato valide argomentazioni affinché non fossero più necessari ulteriori progetti legati al fossile sul territorio, anche perché l’attuale capacità delle infrastrutture di stoccaggio di gas naturale per l’Italia (gasdotti, rigassificatori e stoccaggi sotterranei già esistenti) sono sufficienti a soddisfare la domanda annua interna di gas. In realtà la domanda di gas, anche a seguito delle scelte rivolte verso l’energia rinnovabile di molte famiglie coadiuvate da vari incentivi nazionali e dal superbonus, è calata in modo considerevole.
Bisogna quindi chiedersi il perché si voglia a tutti costi procedere con il progetto del rigassificatore, analizzando le ragioni che sono state dette per avere maggior consenso al fine della sua creazione:

Motivazione n.1: in un primo momento avevano detto che il rigassificatore serviva a sopperire alla crisi emergenziale “dovuta” all’impennata dei costi del gas, post scoppio della guerra Russo – Ucraina, che avrebbe consentito all’Italia di svincolarsi dall’acquisto del gas Russo.

Analisi n.1: quanto sopra detto è stato smentito oggi dal fatto che la Russia torna ad essere il nostro maggiore fornitore in Europa, inoltre già all’epoca delle prime notizie sul possibile rigassificatore a Ravenna si scoprì che l’impennata dei costi era iniziata da prima della guerra e che era una speculazione delle aziende dell’energia che operavano sulla borsa di Amsterdam (dati del ministero dello Sviluppo economico).

Motivazione n.2: in un secondo tempo avevano detto che la sua presenza era necessaria non solo per la presunta emergenza, poi smentita, ma anche perchè avrebbe generato un “price cap” (un blocco all’aumento dei costi del gas)

Analisi n2: anche questa versione è stata “debunkerizzata” (smentita) poichè il gas che arriverà su Ravenna non si fermerà in Italia ma sarà esportato altrove. Se si volesse fissare un price cap si dovrebbe mettere su quello che ci arriva via gasdotto e non via nave, ossia quello proveniente da Azerbaigian, Libia e Algeria perchè questi gas norvegesi e algerini non possono che venderlo a noi, le tubazioni sono collegate con noi e non hanno alternative. Perfino Paolo Scaroni, Deputy Chairman di Rothschild & Co., ha detto: “Price cap è stupidaggine … gas liquido andrà altrove … non possiamo condizionare i prezzi di una merce che non abbiamo”.

Motivazione n.3: in ultima istanza hanno detto che sarà indispensabile per le richieste di fornitura del gas in Italia.

Analisi n.3: tra settembre 2022 e febbraio 2023 la domanda di gas in Italia è calata del 20% rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti. Il report “ECCO”, think tank italiano per il clima, confronta i dati sui consumi di gas in Italia e in Europa ed evidenzia il netto calo della richiesta.

Poichè tutte le premesse che sono state fatte per avere il rigassificatore a Ravenna sono state analizzate e discusse con dati ufficiali e conclamati, sovviene un dubbio legittimo: non è che per caso l’interesse tutelato per questo progetto non è quello pubblico bensì quello speculativo?

Al Movimento 5 stelle di Ravenna preoccupa anche l’attuale governo che va a “tutto gas” nella direzione opposta al precedente ed ai valori legati all’energia pulita, concedendo autorizzazioni per maggiori trivellazioni in mare, inceneritori, rigassificatori e stoccaggio della Co2 nociva in giacimenti in mare esausti (CCS).”

Giancarlo Schiano

Movimento 5 stelle Ravenna