“Il Movimento 5 stelle, nell’ultimo consiglio comunale, ha proposto questa innovativa forma di “raccolta acque”, la quale potrebbe essere un interessante aiuto nelle fasi critiche di siccità per il futuro.
La terribile situazione climatica con la quale siamo costretti a misurarci è innegabile, nell’ultima estate la crisi idrica ci ha posto d’innanzi ad un problema di gestione, raccolta e uso sapiente delle nostre risorse idriche.
L’anno scorso la Regione Emilia Romagna ha chiesto al Governo, lo Stato di emergenza nazionale. Un passo necessario per fronteggiare una situazione complessa dal punto di vista ambientale che ha preoccupanti ricadute sul fronte delle produzioni agricole, ma non solo poiché anche gli habitat naturali sono messi a dura prova e registriamo una forte risalita del cuneo salino.
In tutti i 18 comuni della provincia, anche nel 2022, fu emessa un’ordinanza che recepiva le indicazioni della Regione, di Atersir e del dipartimento di protezione civile nazionale, in modo da avere un equilibrio uguale su tutto il territorio provinciale per l’utilizzo delle risorse idriche.
Queste ordinanze emergenziali dimostrano in modo evidente che la crisi climatica e idrica è tangibile anche in relazione alla riduzione annuale delle precipitazioni.
In una intervista il Sindaco di Ravenna parlò della necessità di studiare la realizzazione un impianto per desalinizzare l’acqua del mare. Del resto, come Comune costiero, la desalinizzazione è una delle opzioni che possiamo aggiungere al carnet di opzioni strategiche, ma ovviamente non può essere l’unica soluzione per fronteggiare quello che ormai sembra essere una criticità cronica.
Esistono infatti pannelli che “producono” acqua dalla nebbia, e stanno dissetando l’Africa: potrebbero essere utili anche da noi.
In Marocco è stato trovato un modo geniale per combattere la desertificazione, costruendo degli speciali collettori che intrappolano la nebbia e la trasformano in acqua potabile.
pannelli nebbia
Ricavare acqua potabile dalla nebbia? Potrebbe sembrare un’utopia ma ci sono luoghi del mondo in cui questa idea si è trasformata in realtà e sta aiutando tantissime persone a far fronte alla piaga della siccità.
Il Marocco è uno dei Paesi maggiormente vulnerabili a causa della crisi climatica e per farvi fronte, tra il 2017 e il 2018, è stato realizzato un grande parco con collettori di nebbia, da cui si ricava acqua destinata alla popolazione locale.
Naturalmente bisogna considerare un luogo strategico per installare i collettori denominati CloudFisher.
In Marocco sono stati installati sul monte Boutmezguida, sulle montagne dell’Atlante pre-sahariano, le aree idonee sono ovviamente quelle dove è molto frequente la presenza di nebbia.
La nebbia diverrebbe “sfruttabile” per ricavarne acqua pulita e grazie ad una rete potrebbe congiungersi direttamente alla rete idrica o addirittura alle stesse abitazioni, edifici pubblici o riserve naturali.
In questo modo la popolazione potrebbe disporre di riserve di acqua potabile e sopperire alla carenza idrica o ridurre i costi della gestione dell’acqua.
L’utilizzo dei collettori come quelli installati in Marocco potrebbe rivelarsi un aiuto prezioso anche per il nostro Paese in periodi di siccità come quello che abbiamo appena vissuto.
In realtà, qualche anno fa in Italia è stato presentato un progetto molto simile, che prevedeva di sfruttare la nebbia che caratterizza la Valle del Po’ per ricavarne acqua pura.
L’idea, che prende il nome di Water for Life, era stata lanciata dai docenti e studenti dei Politecnici di Torino e Milano e approfondita nella tesi di laurea magistrale di uno studente in Architettura Sostenibile.
Il piano studiato prevede di intrappolare gli ammassi nebbiosi attraverso delle reti in tessuto per poi usare l’acqua in campo agricolo. Purtroppo il progetto è stato poi accantonato. Ma, vista la situazione drammatica dell’ultimo periodo, sarebbe il caso di iniziare ad investire in innovazioni come quella degli acchiappa-nebbia.
Qui a Ravenna il Movimento 5 stelle ha proposto la progettualità al fine di valutare la loro installazione nel futuro, qualora si presenti l’opportunità e l’utilità per la comunità anche utilizzando i fondi del PNRR, la quale risulterebbe efficace sotto svariati punti di vista.
Per una volta potremmo concretizzare una di quelle pragmatiche battute di spirito che si sentono spesso nei bar della Romagna: “abbiamo così tanta nebbia che potremmo venderla”.”