Alessia Pizzini si classifica 26° in Coppa del Mondo Juniores, Grand Prix di Bratislava, ed ottiene il migliore risultato della stagione a livello internazionale.
Una trasferta all’insegna dell’ottimismo, quella che l’atleta Ravennate ha appena concluso in terra Slovacca, e che segna un primo passo di discontinuità con le difficoltà incontrate nelle precedenti trasferte. La gara è di livello elevatissimo, ci sono tutte le migliori 12 atlete provenienti da più di 20 nazioni, ed il girone di Alessia si presenta subito in tutta la sua difficoltà. Non c’è spazio per assalti facili, Alessia vince contro l’Inglese Bishop, l’Americana Komar, la Tedesca Zittel tiratrici con spada anatomica, ma perde contro la Svizzera Favre e la rumena Constantinescu entrambe dotate di impugnatura Francese. Tre vittorie e due sconfitte, si accede alle dirette ma con la certezza di dover affrontare fin da subito avversarie di primo livello.
E le dirette iniziano tutte in salita, assalto per entrare nel tabellone dei 128 contro l’Ucraina Haidai classe 2000, impugnatura anatomica. Vince 15-12 un assalto che la vedeva finire il primo tempo sotto di tre stoccate. Sembrava il ripetersi delle precedenti gare, fuori nei 128 senza capirci nulla, ma questa volta una soluzione la si trova. Aumenta il ritmo Alessia, stringi misura Alessia, da vicino tutto ti appare più facile per chi come te “le vede” le azioni. Basta tenere duro e stare attaccati all’avversaria, non darle respiro, l’avversaria va sotto stress e si butta e tu la vedi quando parte, e la anticipi, tu tocchi e lei no. Stesso copione contro la Svedese Logfren e la Giapponese Terayama; stessa scherma di Haidai, stessa tattica della stretta misura, stesso risultato.
Siamo nei 32, solo 6 Italiane sono rimaste in gara, ma la gara è stata molto faticosa e le gambe non sono più quelle di inizio mattina, e adesso arriva la Russa Zharkova, gran movimento e maledetta spada alla Francese. Spada alla Francese, la maledizione dei gironi, un assalto strano, poco tempo per ragionare. Appena due minuti per perdere di una sola stoccata contro un’avversaria che vince senza fare un solo attacco, la replica dell’assalto di un anno prima contro la Russa Tarasova, 15 flèche di Pizzini ed un arresto di troppo dell’ avversaria.
Finisce così, si ritorna a casa contenti e due certezze su cui lavorare con il Mo. Pavlo Putyatin. L’atleta è migliorata e può crescere, ma per fare la scherma che piace ad Alessia serve un fiato da 400 metri piani, il giro della morte. E per battere avversarie con la Francese serve il controtempo. Buon lavoro Alessia, Buon lavoro Mo. Putyatin, complimenti ad entrambi.