Werther Bartoletti, il menestrello di via Diaz è stato assolto dall’accusa di violenza privata e minaccia aggravata per la reazione scomposta nei confronti del padre di un bimbo che si era avvicinato troppo alla sua chitarra. Ieri è stata pronunciata la sentenza, e l’avvocato Andrea Maestri ne da notizia in una nota sui social:
“FINALMENTE ASSOLTO IL MENESTRELLO
Con sentenza del Tribunale di Ravenna pronunciata oggi, Werther Bartoletti è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.
Una formula che spazza via anni e anni di esilio, sofferenza, solitudine, gogna mediatica.
Ebbe un alterco con un passante durante una sua esibizione in via Diaz, volarono parole grosse e ci fu una manata sulla spalla, ma nulla di penalmente rilevante.
Qualcuno riprese la scena dell’alterco (ma non l’antefatto che lo aveva originato) e, invece di limitarsi – legittimamente- a mostrarlo alle forze dell’ordine (qualora ritenesse la sussistenza di possibili reati), lo pubblico’ immediatamente sui social -compiendo una grave violazione della privacy e della reputazione altrui – scatenando una furia di insulti e minacce nei confronti dell’artista di strada irrequieto.
Il processo e le tante testimonianze raccolte hanno chiarito che il Menestrello avrà forse reagito sopra alle righe, in modo incivile ma non ha commesso reati.
E che nemmeno costituisca reato l’avere evocato nella sede della Municipale l’uso di un moschetto, che non è mai esistito, se non nel romanzo d’appendice di Dumas.
Per anni il Menestrello è stato letteralmente perseguitato dalle istituzioni, che gli hanno sospeso la licenza per esibirsi in strada, comminato il daspo urbano, applicato sanzioni amministrative, fatto denunce penali, applicato misure di prevenzione personale tuttora in essere.
Dopo questa sentenza, tutti gli altri pezzi del puzzle dovranno essere rimessi a posto.
Con pazienza ed equilibrio, ma ciò che è giusto e doveroso fare, sarà fatto.
A tutela della dignità di una persona che, in quasi totale solitudine, ha sofferto per anni il peso dello stigma e del pregiudizio.
PS ho comunicato il dispositivo della sentenza a Werther con un videomessaggio e ci siamo entrambi commossi. Lungo e faticoso è stato il percorso che ci ha portato qui, oggi.” – cosi in una nota l’avvocato Andrea Maestri.