Con una richiesta scritta all’assessore Baroncini, il Capogruppo del PD in Consiglio comunale Fabio Sbaraglia e il consigliere Rudy Gatta hanno proposto l’intitolazione di un luogo della città a Kahled Al Asaad.
“La Ravenna città e capitale di storia millenaria, la Ravenna porta d’Oriente ed essa stessa sempre più sito archeologico a cielo aperto con ben otto monumenti UNESCO, la Ravenna patrimonio dell’Umanità, con i diversi siti archeologici in città e la prossima inaugurazione del Museo archeologico “Classis – museo della città e del territorio”, ulteriore fonte e testimonianza di storia e cultura, non può che guardare con attenzione e sensibilità agli stretti rapporti che la legano alla Siria, rinsaldati anche dai legami instaurati in occasione del “Viaggio dell’amicizia” di Ravenna Festival nel 2004 in quella regione con il concerto magistralmente diretto da Riccardo Muti nell’anfiteatro romano di Bosra.” scrivono Sbaraglia e Gatta.
“In questo contesto – proseguono – appare quasi doverosa la proposta di intitolazione di un luogo della città a Kahled Al Asaad, autentico pioniere dell’archeologia siriana.
Dopo gli studi compiuti presso l’Università di Damasco, nel 1963 venne nominato direttore del museo e del sito archeologico della città di Palmira, prestigioso incarico che conservò per più di quarant’anni. Grazie alla collaborazione con colleghi statunitensi, francesi, tedeschi, svizzeri, riuscì a valorizzare le prime civiltà a Palmira e l’UNESCO, nel 1980, riconobbe Palmira come patrimonio dell’umanità.
Insignito per il suo contributo nello studio di tali siti archeologi dell’Ordine Nazionale al merito della Repubblica francese, dell’Ordine al merito della Repubblica di Polonia e della Repubblica Tunisina, nel 2015 fu rapito, torturato e giustiziato dai militanti dello stato islamico in quanto rifiutò di fornire informazioni su dove si trovassero nascoste antiche e preziose opere d’arte.
Il contributo di Kahled Al Asaad va visto come uno dei più significativi ed importanti nel campo dell’archeologia nel XX secolo in Siria e anche a livello internazionale: l’invito è che Ravenna dedichi un luogo alla memoria di chi ha saputo testimoniare sino all’estremo sacrificio il proprio amore per la cultura, per la storia e per l’arte”.