“Giovedì 26 agosto abbiamo letto un articolo su “Ravenna e Dintorni” riguardo Marcegaglia e la sicurezza nello stabilimento, ne riportiamo uno stralcio:
“ Con 2,5 milioni di euro, la metà di un millesimo del suo fatturato, l’azienda potrebbe alzare il livello di sicurezza dei carriponte che spostano 3 milioni di tonnellate di acciaio ogni anno nello stabilimento di Ravenna sulle teste di quasi duemila persone. La cronaca dice che spesso è così che accadono gli incidenti. Facendo i conti della serva, sarebbe come una spesa pro capite di 1.250 euro..”
Marcegaglia ha un fatturato annuo che supera i 5 miliardi è bene tenerlo a mente.
Alla Marcegaglia di Ravenna negli ultimi anni vogliamo ricordarlo sono state due le vittime di OMICIDIO SUL LAVORO:
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L’8 di aprile 2014 Lorenzo Petronici facchino 58enne della Cofari,una ditta esterna di facchinaggio, rimane schiacciato tra due pesantissimi coils.
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15 luglio 2021 la stessa terribile sorte è toccata a Bujar Hysa 63 anni di origine albanese ma residente a Ravenna, dipendente sempre della Cofari
Lavoravano entrambi in quel reparto in cui si potrebbe installare un nuovo sistema di sicurezza sui 180 carri ponte ma il colosso dell’acciaio temporeggia .
Abbiamo scoperto che l’azienda l’ha pronto dal 2019 ( progetto Icoy) ma Marcegaglia dice che non considera il sistema Icoy ancora affidabile a sufficienza.
Qualche uccellino ci ha sussurrato all’orecchio che in realtà il sistema rallenterebbe il lavoro.
Non abbiamo la certezza che sia così, ma non ci stupirebbe.
Marcegaglia non è altro che la cartina di tornasole della situazione in Italia.
Il ritmo del lavoro non può rallentare e tutti i dipendenti devono essere produttivi ,purtroppo lo abbiamo visto spesso come dato comune quando si indaga su altri omicidi sul lavoro :
sicurezze disattivate, scarsa formazione dei nuovi assunti, tempi e risultati contingentati da tabelle rigorose.
La sicurezza dei lavoratori insomma come un costo evitabile rispetto a profitti enormi.
Se poi andiamo a parlare del sistema di appalti e subappalti entriamo in un girone infernale dantesco come da sempre denunciamo.
A Ravenna abbiamo poi da anni l’Osservatorio sulla sicurezza e la legalità del lavoro che si è riunito il 27 luglio in Prefettura (perché li fa a capo) ovviamente solo a seguito della morte di Bujar Hysa e cosa ne è uscito?
Le solite parole di circostanza : l’invito alla vigilanza, una più stretta collaborazione tra i vari soggetti, ect
Lo stillicidio quotidiano di infortuni e omicidi non merita questo, ha bisogno di interventi immediati e decisi da parte di tutti , istituzioni per prime.
Deve diventare una delle priorità .
Non ci stancheremo mai di ripeterlo e ci batteremo per questo sempre.
La coerenza è la nostra forza.”