La Diocesi di Ravenna si prepara a celebrare la festa del Patrono, Sant’Apollinare, assieme a tutta la regione. Saranno infatti presenti sei vescovi delle diocesi dell’Emilia-Romagna alla Messa solenne che sarà celebrata dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, il 23 luglio alle 10.30, in Cattedrale. Sarà il momento principale delle celebrazioni per il Patrono di Ravenna al quale sono state invitate anche le autorità civili. In serata, alle 18 a Sant’Apollinare in Classe, come da tradizione, saranno celebrati i Vespri e poi la Santa Messa presieduti sempre dall’arcivescovo Ghizzoni.
La novità di quest’anno consiste nella Veglia con fiaccolata programmata per la vigilia di Sant’Apollinare, il 22 luglio alle 20.30 sul sagrato della Basilica di Classe (al posto del tradizione pellegrinaggio a piedi dal Duomo a Classe). Si pregherà per le vocazioni, per gli ammalati, per i lavoratori e gli studenti e si leggeranno passi del Vangelo e della Scrittura e un brano del discorso di Papa Francesco alla preghiera del 27 marzo in piazza San Pietro. Sarà la prima celebrazione diocesana con la presenza dei fedeli dopo il periodo del lockdown.
La Messa del 23 luglio sarà trasmessa in diretta su Teleromagna (canale 14) e sulle frequenze di Ravegnana Radio (94 Mhz)
Sant’Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna (secondo la tradizione incaricato dallo stesso apostolo San Pietro). Si dedicò all’opera di evangelizzazione dell’Emilia-Romagna, tra II e III sec., per morire infine martire (come afferma S. Pietro Crisologo). La basilica di Sant’Apollinare in Classe è luogo privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania (Dusseldorf e Remagen) probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. A Bologna il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell’attuale Cattedrale cittadina. Sant’Apollinare è il patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell’intera regione Emilia-Romagna.