A 4 mesi dall’alluvione, Sant’Agata sul Santerno non sa ancora se potrà mantenere gli argini rialzati sul fiume. Tutto ruota attorno al ponte della ferrovia, che, in caso di argine rialzato, dovrà essere rifatto. Ed è proprio da questo punto che il Santerno a maggio ha sfondato per poi sommergere il centro abitato. Sono 400 ad oggi le richieste per i cas arrivate al Comune. Sant’Agata è la realtà che, insieme a Faenza, paga le conseguenze più pesanti dell’alluvione. Due le persone morte, due anziani allettati che non hanno potuto abbandonare i locali invasi dall’acqua. Oltre un centinaio gli interventi in elicottero per salvare gli abitanti scappati ai piani alti delle abitazioni o sui tetti. L’orologio in piazza segna ancora le 3.45, l’ora dell’arrivo dell’acqua nella notte del 17 maggio. Tutti sanno che se il fiume avesse rotto l’argine di giorno, sarebbe stata una strage.