“Santa Teresa non ha mai fatto pressioni di alcun tipo su sacerdoti né tantomeno su ospiti con l’intento di ottenere testamenti a favore dell’Opera”. Don Alberto Camprini, direttore dell’Opera di Santa Teresa, smentisce così categoricamente quanto è emerso (ed è stato riportato oggi sulla stampa) nell’udienza di ieri del processo sull’eredità di don Edoardo Brioschi. Non esiste nessun “capitolo nero”, come è stato definito, sulla questione all’interno di Santa Teresa anche perché la maggioranza dei lasciti di cui è beneficiaria l’Opera, spiega il direttore, “arrivano da persone che non sono ospiti all’interno della struttura, e che spesso nemmeno conosciamo”. Segno, quindi, del riconoscimento della funzione sociale che Santa Teresa svolge per tutta la comunità ravennate. “In passato, quando Santa Teresa accoglieva senza vere e proprie rette, diversi ospiti hanno pensato di lasciare all’Opera parte dei loro beni come forma di riconoscenza per come ci prendevamo cura di loro, ma lo hanno fatto autonomamente, in modo trasparente sia in vita e sia per testamento”.
In merito alle dichiarazioni dell’ex collaboratore, già allontanato dalla struttura, fatte anche in altre occasioni e prive di fondamento, il Consiglio di Amministrazione, riunito oggi in seduta ordinaria, ha dato mandato ai legali dell’Opera di valutare se sussistono gli estremi per una querela per diffamazione a tutela della verità, dei benefattori e anche dell’immagine pubblica dell’Opera stessa.