Se l’anatomia patologica era un tempo confusa con la “medicina dei morti”, che indagava sulla causa dei decessi delle persone tramite le autopsie, oggigiorno il ruolo del professionista della materia è sempre più centrale per fare la differenza da un punto di vista diagnostico, per scegliere la strada corretta da intraprendere sui trattamenti. Si tratta di un’affermazione valida a livello generale ma ancor più vera per quel che concernel’oncologia. I passi avanti compiuti dalla ricerca nell’ambito della genetica hanno portato a riconoscere “l’impronta digitale” dei tumori, per dirla con le parole del prof. Pierfranco Conte, ex Direttore Scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto: si è quindi scoperto come, a livello molecolare, possiamo avere neoplasie molto diverse che compaiono nel medesimo organo, o neoplasie molto simili in organi distanti tra loro. Per somministrare terapie sempre più efficaci, non si può prescindere da caratterizzazioni della patologia accurate. In un mondo che oramai offre terapie personalizzate sulle caratteristiche del singolo malato e della singola malattia il ruolo dell’anatomo-patologo è cambiato quindi notevolmente, arrivando a fornire sempremaggiori indicazioni sulle strategie terapeutiche da seguire per migliorare prognosi e prospettive di sopravvivenza.
Per tutti questi motivi risulta così importante la donazione effettuata dall’Istituto Oncologico Romagnolo all’Ospedale “Santa Maria delle Croci”, nello specifico al reparto di Anatomia-Patologica diretta dal prof. Luca Saragoni: un microscopio di ultima generazione, un dispositivo avanzato del valore di circa 15.000 euro per esami su tessuti e cellule sempre più accurati. Un valore aggiunto anche per il Dipartimento di Oncologia, che avrà in questo modo indicazioni più precise sul tipo di trattamento da somministrare ai pazienti con tumore: non è un caso, infatti, che sia stato proprio il dott. Stefano Tamberi, direttore dell’Unità Operativa in questione che collabora da anni a stretto contatto con lo IOR, ad aver svolto il ruolo da tramite per questo nuovo importante contributo alla Romagna che lotta contro il cancro. Un bel regalo di Natale anticipato per un reparto che si colloca, come numero di prestazioni, ai vertici della Romagna. «L’Anatomia Patologica del “Santa Maria delle Croci” produce circa 102 mila prestazioni annue – ha ricordato proprio il dott. Saragoni nel corso della cerimonia di consegna del microscopio – questo anche in virtù della centralizzazione dei test HPV e Pap-Test di tutta la Romagna presso il nostro dipartimento. Parliamo di 56 mila esami annui solo relativi al papillomavirus, cosa che peraltro mostra la forte vocazione del reparto verso la prevenzione oncologica».
Entrando più nello specifico dello strumento, sempre il prof. Saragoni ha sottolineato come «questo microscopio di ultima generazione, dotato di telecamera, tornerà molto utile sotto un duplice aspetto. In primis c’è ovviamente il setting assistenziale: i referenti patologi avranno la possibilità di mostrare live, da remoto, i vetrini per discutere le caratteristiche morfologiche delle lesioni e dare il proprio contributo nella scelta del trattamento più appropriato per ciascun paziente all’interno dei Gruppi di Patologia Multidisciplinari. Grazie a questo strumento potremo fare un passo avanti verso la mission, che sia io che il dott. Tamberi condividiamo, diuna medicina sempre più integrata in cui tutti collaborino per diagnosi e cure sempre più precise ed efficaci. Il secondo setting in cui verrà utilizzato questo strumento è invece quello più prettamente didattico, non solo a beneficio degli studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna che nella nostra città hanno sede ma anche appunto per i clinici e colleghi che si interfacciano quotidianamente con noi. Ringrazio quindi lo IOR per la sensibilità che dimostra ogni giorno verso i pazienti e verso il lavoro di noi professionisti che li seguiamo, e il dott. Tamberi che mi ha affiancato nel concretizzare questa idea progettuale».
Proprio il dott. Tamberi si è accodato al prof. Saragoni nel ricordare che «con questa donazione ancora una volta lo IOR ha colto al volo l’occasione per supportare l’innovazione non solo applicata all’oncologia ma in modo trasversale su tutto quello che è il percorso di un paziente. Il setting multidisciplinare si è imposto come quello migliore per seguire nella maniera più appropriata una persona con diagnosi di cancro, e in questo setting il patologo dimostra di avere un ruolo sempre più centrale in varie fasi: dalla diagnosi alla somministrazione di una terapia neoadiuvante, dall’analisi del pezzo operatorio ad una caratterizzazione della malattia sempre più precisa. D’accordo col prof. Saragoni abbiamo condiviso l’idea che questo ruolo vada riconosciuto e supportato in maniera concreta da una tecnologia all’avanguardia, sia per il valore aggiunto che rappresenta per i gruppi multidisciplinari che per gli aspetti formativi del Corso di Laurea di cui lui stesso è docente. Grazie quindi nuovamente all’Istituto Oncologico Romagnolo che ci permette di alzare ulteriormente l’asticella, già alta, del nostro Ospedale di Ravenna, a beneficio della qualità di cura per i nostri pazienti».
La chiosa della cerimonia di inaugurazione è stata affidata infine a Mario Pretolani, Presidente dell’Associazione Volontari e Amici dello IOR e Consigliere per il territorio proprio di Ravenna. «Abbiamo accolto con grande entusiasmo la richiesta del prof. Saragoni di partecipare a questa iniziativa nell’ottica di una parola chiave che ispira da sempre la nostra attività: integrazione. Come IOR riteniamo fondamentale che tutti i professionisti, non solo gli oncologi, che partecipano al percorso di cura di un paziente facciano rete per dare ai pazienti della Romagna le migliori prospettive: l’auspicio è che con questo strumento l’Anatomia Patologica venga concretamente supportata nel suo ruolo sempre più centrale all’interno delle equipe multidisciplinari. È sempre nella logica dell’integrazione, stavolta non tra reparti all’interno del medesimo ospedale ma in senso più ampio e di territorio, che il nostro Direttore Generale, Fabrizio Miserocchi, è ora anche Presidente dell’IRST IRCCS di Meldola: l’obiettivo è quello di essere più spediti nella realizzazione di quel “Comprehensive Cancer Care and Research Network” che il nostro fondatore, il prof. Dino Amadori, vedeva come unica strada perseguibile per far crescere ulteriormente l’eccellenza sanitaria romagnola. Questo progetto, già approvato dalla Regione, sta vedendo qualche difficoltà di applicazione perché comunque complesso ed ambizioso: speriamo che, proprio nell’ottica dell’integrazione, si riesca presto a lavorare tutti insieme per realizzarlo concretamente a beneficio dei tanti che si ammalano di cancro».