Per la Lega la Regione sta andando nella direzione della sanità privata. Per Pd ed ER Coraggiosa, invece, in Emilia-Romagna non si va affatto verso la privatizzazione della sanità
Via libera dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali alle nuove disposizioni operative sull’accreditamento delle strutture sanitarie.
Con questo provvedimento si vuole dare concreta attuazione alla legge regionale in materia (approvata nel 2019), nel rispetto delle disposizioni contenute nel Patto per il lavoro e per il clima del 2020, con l’obiettivo di promuovere un sistema di garanzie e di adeguati livelli di sicurezza rispetto ai soggetti titolati a erogare le prestazioni sanitarie (con particolare attenzione anche ai contratti di chi opera in queste strutture).
Con questa nuova disciplina i tempi di concessione dell’accreditamento sono notevolmente ridotti, passando da nove mesi a novanta giorni.
Previste anche nuove forme di monitoraggio sull’attività di queste strutture, attraverso la figura del direttore generale, con il coinvolgimento del coordinatore regionale per l’autorizzazione e l’accreditamento.
Per la Lega si escludono dagli accreditamenti la maggior parte delle strutture sociosanitarie della regione. Dal Carroccio si rileva poi che con questo provvedimento “si dà decisamente più spazio al privato accreditato, una contraddizione rispetto a quanto ci viene raccontato in queste aule”. Dalla Lega si richiede poi particolare attenzione, rispetto all’accreditamento, nella fase dei controlli. Infine, si fa poi riferimento ai limiti della sanità pubblica, che “fa sempre più fatica a garantire i servizi: domandiamoci se serve più privato”.
Per il Pd “il tema è quello del riordino e si chiariscono aspetti della legge in materia. Positiva anche la riduzione dei tempi di accreditamento, così come l’aver fatto chiarezza sul tema dei requisiti soggettivi”. Dai dem si precisa poi che “in regione c’è un’evidente prevalenza della sanità pubblica, nonostante i problemi collegati all’assenza di personale”.
Per Emilia-Romagna Coraggiosa “non si va verso la privatizzazione della sanità e questo documento non traccia percorsi di questo tipo”. “L’obiettivo -si aggiunge- è quello di rafforzare il pubblico, ma non possiamo negare problemi, per la carenza di personale e per la riduzione delle risorse”.
Per il Movimento 5 stelle, rispetto ai contenuti del provvedimento, “il coordinatore per l’accreditamento ha troppo potere, c’è anche troppa discrezionalità”. Rileva anche carenze rispetto all’erogazione dei servizi su Reggio Emilia, Ferrara e Modena. Per i cinquestelle, rispetto al tema dell’esternalizzazione dei servizi, “servono interventi seri per affrontare le emergenze”.
Anche dalla presidenza della commissione si parla della necessità di una strategia nuova per il futuro, anche con scelte di rottura, per continuare a garantire la qualità dei servizi.