La Regione ripristini l’automedica a Meldola, in provincia di Forlì.
A chiedere chiarezza sul futuro della sanità in Romagna sono stati i consiglieri di Fratelli d’Italia, Partito democratico e Lega intervenuti oggi nel corso della commissione Sanità presieduta da Ottavia Soncini. La questione, dibattuta in Regione, interessa anche Faenza e la Bassa Romagna, territori del ravennate coinvolti dal ridimensionamento del servizio delle automediche dell’Ausl Romagna. Una sola è infatti l’automedica in servizio per la Romagna Faentina e la Bassa Romagna. Il mezzo ha sede a Cotignola. La decisione, da temporanea, è divenuta nelle settimane scorse definitiva.
“Siamo molto preoccupati per l’abolizione di un servizio molto importante e che ha trovato l’opposizione dei sindaci della provincia di Forlì visto che l’automedica è un presidio sanitario per la sicurezza dei cittadini”, spiega Marta Evangelisti (Fdi) per la quale occorre tenere presente che “stiamo parlando di un territorio montano che fa cambiare i tempi di interventi rispetto alle città e alla pianura: l’Ausl spiega che l’automedica viene abolita perché non c’è abbastanza personale per garantire tutto il sistema sanitario, noi siamo contrari perché così ne fanno spese tutti i cittadini: chiediamo che l’assessorato regionale alla Sanità avrebbe dovuto intervenire d’urgenza per evitare la soppressione dell’automedica e ora debba risolvere il problema”.
Netta anche la posizione di Massimo Bulbi (Pd) che sul tema ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche dalla collega di gruppo Lia Montalti. “Siamo preoccupati per la sospensione dell’automedica di Meldola e condividiamo l’appello dei sindaci, senza automedica una parte troppo ampia del territorio e della popolazione romagnola rimarrebbero senza un importante servizio medico: capiamo i motivi di bilancio, ma non si può lasciare la popolazione in questa condizione”, spiega Bulbi che sottolinea come “larga parte del territorio è collinare e montano, quindi i tempi di percorrenza sono più complessi rispetto alla città e alla pianura: nei vari incontri che ci sono stati il direttore dell’Ausl Romagna si è detto pronto ad aprire un confronto, chiediamo all’assessorato alla Sanità di aprire questa via di confronto”.
A chiedere una soluzione al problema è anche Massimiliano Pompignoli (Lega) che sottolinea come “la posizione dei sindaci forlivesi è netta: sostengono che la sospensione dell’automedica è stata voluta dall’Ausl solo perché così l’Ausl Romagna può mantenere le performance precedenti e nelle audizioni pubbliche avvenuta in Consiglio provinciale di Forlì l’Ausl Romagna ha detto chiaramente che non intende ripristinare l’automedica e che i medici che vi lavoravano sono stati spostati al Pronto Soccorso di Forlì. Vorrei sapere se questi medici sono stati davvero spostati al Pronto Soccorso e chiedo che comunque venga ripristinata l’automedica”.
“Di questo tema ne abbiamo già parlato in Assemblea legislativa e in altre sedi, ma è giusto tornare a parlarne anche ora”, spiega l’assessore alla Sanità Raffaele Donini che si è detto disponibile a seguire la discussione della riorganizzazione del 118. Nel merito dell’automedica di Forlì, Donini ha ricordato come “si tratta di una riorganizzazione dell’Ausl Romagna condivisa dai membri del CTSS. L’Ausl ha spiegato che l’intervento di riduzione è un intervento urgente per mantenere gli standard di performance del Pronto Soccorso in un momento di grave carenza di personale medico. Nessuna automedica è riservata ad un solo territorio, tutte concorrono a garantire assistenza in parti del territorio aziendale. Non importa il punto di partenza, ma l’uguaglianza nella risposta alle urgenze. La decisione di ASL Romagna non dipende da problemi di natura finanziaria, che comunque esistono, ma è una misura necessaria per sopperire alla criticità della situazione ospedaliera nonostante le procedure di reclutamento già avviate. La presenza di mezzi è 1 per ogni 21.364 abitanti mentre lo standard minimo è 1 per ogni 60.000. Il tempo di risposta è di 15 minuti e corrisponde ad un tempo adeguato al di sotto dello standard di servizio. Il monitoraggio delle performance è in corso da parte di Ausl Romagna. La riorganizzazione non ha portato né ad una riduzione degli interventi né ad una modifica nei tempi di soccorso”.
Alla luce delle parole di Donini le reazioni dei consiglieri sono state differenti: Evangelisti (“Si cerca di giustificare questa scelta giocando sui termini ignorando le differenze tra i vari mezzi di soccorso. Nella risposta dell’assessore si dice che vengono assicurati i tempi di soccorso, ma a Santa Sofia si è passati da 23 minuti a 47 minuti. Serve chiarezza sul servizio: siamo convinti che il taglio dell’automedica serva solo a risparmiare ignorando le posizioni e le richieste dei sindaci. Non si può dismettere il 118 per chiudere i buchi del pronto soccorso”) e Pompignoli (“Donini non dice nulla di nuovo, conferma come l’abolizione dell’automedica sia stata condivisa da Ausl e Regione, a noi risulta che i medici tolti all’automedica non siano stati spostati al Pronto Soccorso come dice l’Ausl. Stupisce che l’Ausl Romagna abbia istituito funzioni dirigenziali molto ben pagate mentre taglia i servizi ai cittadini: è sbagliato creare generali senza esercito”) si sono detti insoddisfatti, mentre Bulbi ha apprezzato “la disponibilità dell’assessore Donini ad aprire un momento di confronto con sindaci, sindacati e Ausl per vedere come risolvere gli effetti della scelta di sospendere l’automedica, scelta che sta creando molti disagi ai cittadini e al territorio”.