Prima Regione in Italia nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA),le prestazioni offerte ai cittadini gratuitamente, o dietro pagamento di un ticket, dal Servizio sanitario nazionale. L’Emilia-Romagna si piazza davanti a Toscana, provincia autonoma di Trento, Lombardia e Veneto.
A confermarlo è il monitoraggio a cura della Fondazione Gimbe.
L’Emilia-Romagna ottiene un punteggio totale di 281,2 punti, migliorando di 7,4 punti gli esiti dell’anno precedente: nello specifico, il punteggio è la somma dei 90,73 punti ottenuti in prevenzione collettiva e sanità pubblica, 95,96 in assistenza distrettuale, 94,5 in assistenza ospedaliera.
Il DPCM del 2017 definisce tre livelli per i LEA:
• Prevenzione collettiva e sanità pubblica, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli; in particolare:
◦ sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi vaccinali;
◦ tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati;
◦ sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
◦ salute animale e igiene urbana veterinaria;
◦ sicurezza alimentare – tutela della salute dei consumatori;
◦ sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale;
◦ attività medico legali per finalità pubbliche.
• Assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio, così articolati:
◦ assistenza sanitaria di base;
◦ emergenza sanitaria territoriale;
◦ assistenza farmaceutica;
◦ assistenza integrativa;
◦ assistenza specialistica ambulatoriale;
◦ assistenza protesica;
◦ assistenza termale;
◦ assistenza sociosanitaria domiciliare e territoriale;
◦ assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale.
• Assistenza ospedaliera, articolata nelle seguenti attività:
◦ pronto soccorso;
◦ ricovero ordinario per acuti;
◦ day surgery;
◦ day hospital;
◦ riabilitazione e lungodegenza post acuzie;
◦ attività trasfusionali;
◦ attività di trapianto di cellule, organi e tessuti;
◦ centri antiveleni (CAV).
Le Regioni, come hanno fatto fino ad oggi, possono garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA, utilizzando risorse proprie.
“Emerge con tutta chiarezza un dato inequivocabile- commentano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– e cioè che la sanità pubblica, di cui noi siamo strenui difensori, è la risposta giusta. E quella dell’Emilia-Romagna si conferma la migliore nel valorizzare le risorse statali per il servizio sanitario nazionale. Risorse che sono però insufficienti, su questo ci pare siano tutti d’accordo, Regioni e ministero. La qualità del servizio sanitario dell’Emilia-Romagna è confermata anche nel 2021, un anno difficile a causa del Covid, in cui siamo stati impegnati in una campagna di vaccinazioni senza precedenti”.
“Siamo ovviamente soddisfatti- concludono presidente e assessore- e ci sentiamo di condividere questo risultato con i lavoratori delle Aziende sanitarie che lo rendono possibile quotidianamente, con il loro impegno e la loro professionalità. Non abbiamo paura di affrontare sfide e cambiamenti, chiediamo solo al Governo di essere messi in condizioni di continuare a farlo con strumenti e risorse adeguate, che al momento non ci sono garantiti”.