Assistenza, riabilitazione, diagnosi precoce, sostegno alle famiglie e prevenzione. Sono le priorità del progetto regionale demenze che fissa le strategie per la promozione e il miglioramento degli interventi finalizzati alla corretta gestione, integrata a livello regionale, della demenza.

L’informazione, la sensibilizzazione dei cittadini e i risultati raggiunti grazie all’impegno del sistema socio sanitario della Regione Emilia-Romagna sono al centro del convegno “Le Demenze: attualità e prospettive” che si svolge oggi a Bologna, nell’ambito delle iniziative per la XXX Giornata mondiale dell’Alzheimer, che si celebra ogni anno il 21 settembre, con la partecipazione di molti specialisti del settore e rappresentanti delle famiglie delle persone con demenza.

“Il contrasto, la cura e la prevenzione della demenza rivestono un ruolo prioritario tanto in ambito sanitario che sociale – affermano gli assessori alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e al Welfare Igor Taruffi, presenti al convegno-. I numeri degli ultimi anni, che segnano un ritorno delle performance a livelli pre-pandemia, confermano la presenza su tutto il territorio regionale di una rete territoriale ed ospedaliera capace di fornire un’assistenza e una presa in carico qualificata, grazie a strutture ma soprattutto a professionisti di alto livello. L’impegno nostro e dell’intero sistema socio sanitario, anche con il fondamentale supporto delle associazioni dei familiari, è di rafforzare sempre più un sistema che già lavora bene. Ma è necessario, e anche la Regione Emilia-Romagna lo chiede con forza al ministero della Salute, finanziare il Piano nazionale demenze e rilanciare per il prossimo triennio il fondo Alzheimer 2021-2023”.

I numeri e la rete di assistenza in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna, dove circa il 22% della popolazione ha più di 65 anni al 31 dicembre 2022 i pazienti in carico al Servizio sanitario regionale con demenza sono 63.543il 60% dei quali ha una diagnosi di Alzheimer (38.125 persone), mentre circa il 50% è affetto da forme di demenza medio-grave.  La prevalenza è di 22,8 persone con demenza su 1.000 abitanti, circa l’1,4% sul totale popolazione residente e il 5,84% della popolazione residente con più di 65 anni.

Nel 2022, nonostante il perdurare delle conseguenze della pandemia da Covid-19, sono state valutate come prima visita 30.145 persone (erano 28.796 nel 2021) ed effettuate 21.165 nuove diagnosi di demenza (17.324 nel 2021). Inoltre, un percorso specifico è stato avviato dalla Regione per la cura dei casi, ad esordio atipico e più aggressivo, che si verificano prima dei 65 anni: la cosiddetta demenza giovanile (“Early Onset Dementia”), che ha permesso di intercettare 1.508 casi nel 2022 (1.421 nel 2021). Tra prime visite e controlli la rete regionale entra in contatto con circa 80.000 persone all’anno.

Sul territorio regionale sono 63 i Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) dedicati alla diagnosi e cura e la presa in carico da parte di equipe multiprofessionali (geriatri, neurologi, psicologi ed infermieri), mentre sono 13 i nuclei residenziali nelle CRA per l’assistenza temporanea alle persone con demenza e 9 i Centri diurni Alzheimer presenti da Piacenza a Rimini.

La demenza è una delle principali cause di disabilità tra le persone anziane in tutto il mondo e si caratterizza dall’avanzamento più o meno rapido dei deficit cognitivi, dai disturbi del comportamento e dal danno funzionale, fino alla perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza e l’immobilizzazione a letto.

Il progressivo aumento delle aspettative di vita è il principale fattore che influenza il numero delle persone colpite e rappresenta uno dei problemi più rilevanti in termini di sanità pubblica. Attualmente – secondo le stime fatte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel piano globale di risposta della sanità pubblica alla demenza 2015-2027 – sono circa 50 milioni le persone affette da demenza in tutto il mondo, con 10 milioni di nuovi casi ogni anno.