Samurai e omosessualità, al Cinema Sarti va in scena il tabù infranto da Nagisa Ōshima.
Il 7 ottobre ha inaugurato a Ravenna la ventesima edizione dell’Ottobre Giapponese, il festival ideato dall’Associazione per gli Scambi Culturali tra Italia e Giappone (ASCIG) per diffondere nel nostro Paese la cultura e le tradizioni orientali. Premiato il 20 agosto dello scorso anno dal Ministero degli Esteri del Giappone per l’attività di divulgazione, l’Ottobre Giapponese ha anche quest’anno i cuori centrali della manifestazione a Ravenna e a Faenza. Mostre, concerti, incontri letterari, cucina, conferenze, teatro e cinema caratterizzano la nuova edizione della rassegna, ideata in collaborazione con diverse realtà del territorio.
Fra le associazioni che ogni anno partecipano alla realizzazione del calendario dell’Ottobre Giapponese, c’è anche il cineclub Il Raggio Verde che per il 2022 ha organizzato un omaggio speciale a Nagisa Ōshima, in occasione del novantesimo anniversaio della nascita del regista giapponese, scomparso nel 2013.
Giovedì 27 ottobre sarà quindi presentato al Cinema Sarti il film Tabù – Gohatto, opera del 1999, presentata in concorso al 53° Festival di Cannes, il ritorno di Ōshima al cinema dopo una lunga malattia.
Giappone 1865. Al tempio Nishi-Honganji, i samurai del clan Shinsengumi stanno selezionando nuove reclute. Fra i tanti aspiranti, vengono scelti Hyozo Tashiro e Sozaburo Kano. Regole rigide e ordine militare hanno da sempre accompagnato la tradizione dei samurai, ma la bellezza di Kano irrompe nel gruppo svelando la realtà dietro la leggenda, provocando rivalità e gelosie.
Per la realizzazione della sceneggiatura, Ōshima adatta per il grande schermo due racconti di Ryotaro Shiba: Maegami No Sozaburo e Sanjogawara Ranjin, tratti dal libro Shinsengumi Keppuroku.
La serata inizierà alle 21. Il film sarà introdotto dal professore Marco Del Bene, presidente dell’Associazione per gli Scambi Culturali tra Italia e Giappone, professore alla Facoltà di Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma. Il film sarà proiettato in lingua originale, con sottotitoli in italiano.
Nagisa Ōshima ha visto la sua carriera nel cinema iniziare a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Ben presto diventa uno dei giovani registi di riferimento della nouvelle vague giapponese, in particolare con la pellicola Racconto crudele della giovinezza (1960), portando avanti temi scomodi e parlando delle contraddizioni del Giappone. Malgrado l’immenso talento figurativo, le sue scelte artistiche iniziano ad essere alla base di difficili rapporti con le strutture del cinema giapponese. Nel 1975 il suo nome esce al di fuori dei circuiti dei festival europei e arriva al grande pubblico con la realizzazione di Ecco l’impero dei sensi, troppo frettolosamento etichettato in Italia come film erotico, se non addirittura pornografico. Nel frattempo il cinema di Ōshima in patria viene elevato ai livelli di Akira Kurosawa, Yasujirō Ozu e Kenji Mizoguchi.
Nel 1983 il successo di pubblico in Europa si ripete con Furyo, confronto fra la cultura occidentale e quella orientale attraverso una storia di repulsione e attrazione tra due omosessuali, nel contesto storico di un campo di concentramento giapponese, con protagonisti David Bowie e Ryuichi Sakamoto.
Tabù – Gohatto rappresenta l’ultima opera firmata dal regista e il ritorno al successo internazionale, al termine di una carriera contraddistinta da film come Notte e nebbia del Giappone (1960), Impiccagione (1968), Cerimonia (1971), L’impero della passione (1978).