Il consigliere del Partito Democratico Marco Montanari, insieme a Francesca Impellizzeri e Luca Cortesi di Ravenna Coraggiosa, Chiara Francesconi del PRI, Giancarlo Schiano del Movimento 5 stelle, Daniele Perini di Lista de Pascale Sindaco, ha firmato un ordine del giorno in cui si chiede all’amministrazione di farsi promotrice con l’Ausl, ma anche e soprattutto a livello regionale, dell’avviamento di un percorso che porti alla nascita, anche nel nostro territorio come già in altri, della figura dello psicologo di cure primarie.
L’obiettivo principale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dice il documento, è il raggiungimento del più alto livello possibile di salute, definita come uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come l’assenza di malattie o infermità. In Italia solo il 3,5% della spesa sanitaria è destinata ad interventi e cure per il benessere psicologico ma dobbiamo abbandonare l’idea, ancora oggi troppo diffusa, che la sofferenza psicologica sia una debolezza, un capriccio o una vergogna.
“Ad oggi – dice Marco Montanari che è anche medico all’ospedale di Ravenna – è stato necessario investire ingenti risorse in strategie che potessero garantire la limitazione della diffusione dell’infezione da Covid-19, salvaguardando però quasi esclusivamente la salute fisica.
Ma questo virus, con le importanti limitazioni a cui ci siamo sottoposti in questi due anni, ha colpito ciascuno di noi in quanto abbiamo di più caratteristico come specie umana, ovvero le relazioni. La pandemia sta provocando delle conseguenze sulla salute mentale così gravi da spingere l’Oms ad affermare che la tutela della salute mentale è la priorità assoluta in questa fase di transizione pandemica.
La progressiva acquisizione e consapevolezza che non si possa debellare il virus in fretta o una volta per sempre, ma che si debba cercare un modo di vivere in cui progressivamente sia più limitato l’impatto di esso sugli individui e sulla società in cui vivono, determina una nuova analisi dei rapporti sociali, delle difficoltà che ne emergono e dei meccanismi adattivi che si innescano. Una vera e propria emergenza psicologica che molto difficilmente potrà esser contenuta dai servizi garantiti dalla Sanità Pubblica per come ad oggi è organizzata.
Secondo le più recenti stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la popolazione colpita da depressione è passata dal 6% al 13% e anche in Italia il trend non è dei migliori: sette milioni di cittadini tra i 15 e i 74 anni (il 15,1% della popolazione) fanno uso di psicofarmaci. La salute mentale non è necessariamente da ricondurre a processi patologici definiti come depressione o comportamenti di abuso o altro. E’ qualcosa di più complesso che riguarda ognuno di noi nel proprio quotidiano.
L’esperienza della pandemia rappresenta dunque oggi un ancoraggio importante e quasi imprescindibile per avviare una riflessione sulle prospettive di governance della psicologia nel nostro Paese, quanto nel nostro contesto di Area Vasta Romagna.
L’Azienda Sanitaria di Area Vasta Romagna conta di un numero di 190 psicologi. L’ambito della psicologia clinica, per molti ambiti, non ha come riferimento uno storico con cui confrontarsi sul quale misurare le risorse umane necessarie. Il primo punto che va chiarito è quali siano le competenze e gli ambiti di intervento e la definizione dell’assetto organizzativo che ne consegue. La psicologia clinica è un ambito transdisciplinare e che si permea del lavoro di altri professionisti quali psichiatri, neuropsichiatri, assistenti sociali e altri professionisti della salute mentale. La definizione dell’assetto organizzativo è un vero e proprio punto zero in un contesto in cui oggi esistono una molteplicità di percorsi davvero straordinari
C’è piena consapevolezza di questo da parte dell’AUSL ed è stata formulata una proposta di riorganizzazione che non prevede l’istituzione di una struttura complessa a livello aziendale di psicologia, ma che prevede l’istituzione di 6 Unità Operative Semplici la cui responsabilità sarà affidata ad un Dirigente Psicologo. La prima cosa in cui si confida è che questo percorso possa essere quanto più rapido possibile e che passi attraverso un confronto aperto e diretto con i professionisti coinvolti. Una reale valorizzazione dei professionisti deve esserne la logica conseguenza.
La psicologia delle Cure Primarie può rappresentare un’interfaccia valida con l’ospedale, per tutta una serie di cronicità che ora, prima di tutto in termini di cura medica, ruotano attorno e dentro l’ospedale.
Il Partito Democratico – conclude Montanari – è dunque lieto di essere firmatario di un ordine del giorno che vuole esprimere la sensibilità dell’amministrazione alla salute psicologica della cittadinanza.”