Le foibe – dal latino fovea (fossa, cava) – sono le cavità carsiche scavate dai fiumi nelle viscere della terra attraverso un processo di lenta erosione nel corso dei millenni, che alla fine della Seconda guerra mondiale si trasformarono in fosse comuni per migliaia di italiani. Una tragedia che ebbe il suo culmine durante l’occupazione di Trieste da parte delle truppe di Tito.
Per ricordare tutte le vittime delle foibe, del genocidio anti italiano commesso dagli jugoslavi e dell’esodo giuliano dalmata, è stato istituito – con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 – il “Giorno del ricordo”, che si celebra ogni anno il 10 febbraio.
A Faenza le celebrazioni, promosse dall’Amministrazione comunale e dal Comitato antifascista per la democrazia e la libertà, sono programmate in due distinti momenti, sabato 9 e lunedì 11 febbraio prossimi.
Sabato 9 febbraio, alle ore 9.00, nella chiesa dei Caduti, in corso Matteotti, santa messa in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, celebrata dal vescovo emerito della diocesi di Faenza-Modigliana mons. Claudio Stagni.
Alle ore 10.30, nell’aula magna dell’Itip “L.Bucci” (via Nuova 45), conferenza dello storico Štefan Čok sul tema “Conflitto, coesistenza, integrazione: maggioranze e minoranze fra Italia, Slovenia e Adriatico del Nord”.
La conferenza sarà aperta dai saluti del sindaco Giovanni Malpezzi e della presidente del consiglio comunale Maria Chiara Campodoni.
Lunedì 11 febbraio, alle ore 10.55, nell’aula magna dell’Istituto tecnico Oriani (via Manzoni 6), conferenza di Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Ravenna e provincia, dal titolo “Il calendario civile degli italiani: il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo”.
La conferenza sarà aperta dal saluto della presidente del consiglio comunale Maria Chiara Campodoni.