“In questi quattro anni di vita, “L’Altra Faenza” e poi l’omonima associazione che la sostiene ed affianca hanno lavorato nelle istituzioni (Consiglio comunale di Faenza e dell’Unione della Romagna faentina) e nella società per rappresentare e far valere le ragioni del mondo del lavoro, dei cittadini coscienti delle esigenze ambientali, della tutela dei diritti dei cittadini, a partire da quelli più deboli, della difesa ed attuazione dei diritti costituzionali.
Lo ha fatto assolvendo il suo ruolo di opposizione, non limitandosi alla semplice testimonianza ma sempre cercando di avanzare proposte e soluzioni ed intorno a queste di costruire convergenze con i gruppi ed i consiglieri più sensibili sui vari argomenti.
Siamo oggi consapevoli che il quadro politico nazionale è profondamente mutato, in Italia spira un vento freddo ed inquietante: le classi popolari (i giovani, le donne) si sono sentite abbandonate e appaiono esposte alle sirene di sentimenti nazionalistici e di politiche ambigue e demagogiche. L’amministrazione locale faentina, già in bilico nel 2015, anche a causa del suo immobilismo, corre a breve serissimi rischi di essere travolta dall’ondata di destra.
Una situazione nuova che richiede un nuovo e maggior impegno di analisi, di proposta e di attività politica: le nostre forze, lo sappiamo, sono del tutto insufficienti.
Se si vuole riconquistare la fiducia, il consenso e il voto dell’elettorato di sinistra, progressista e quello di centrosinistra – e quindi impedire alla Lega e alle forze di destra di conquistare le amministrazioni locali – serve un progetto per la società, e per la città, realmente innovativo, serve quindi una chiara “discontinuità”, nei contenuti e nelle persone”.
“Di questo vogliamo cominciare a parlare sabato”, afferma il consigliere de L’Altra Faenza Edward Necki, “non solo tra noi, ma con le esperienze sociali e politiche disponibili, con singole persone competenti. In questi anni ho cercato di battermi per un’idea di città inclusiva, rispettosa dell’ambiente, con servizi socio-sanitari adeguati ai bisogni delle persone”.
Credo che finora non ci siamo: si vuole continuare a costruire (o allargare) supermercati, fare bandi per urbanizzare nuovi terreni agricoli; o invece rigenerare (dal punto di vista sociale, energetico, sismico) la città costruita, che ha tanto patrimonio inutilizzato? Quest’ultima scelta, assieme a un adeguato piano per la mobilità sostenibile, riqualificherebbe la città, rendendola più attraente, oltre ad offrire occasioni di lavoro e occupazione qualificata.
Mi sono impegnato, insieme ad altri, per cambiare lo Statuto dell’Unione della Romagna Faentina, per introdurre criteri di rappresentanza che assicurino più partecipazione democratica, oggi questo lavoro va concluso con uno specifico regolamento. Speriamo di chiudere per sempre la stagione nella quale l’Amministrazione consultava solo gli “stakeholders primari” (ossia Ordini professionali, Associazioni di categoria, Istituti bancari e finanziari) ma vi siano reali strumenti di partecipazione per le associazioni sociali e i cittadini”.
“All’assemblea, oltre agli iscritti, abbiamo espressamente invitato singole persone, impegnate in diversi ambiti sociali e politici, ed è comunque aperta a tutti i cittadini interessati.
A tutti coloro che, pur a diverso titolo, parteciperanno noi chiediamo di valutare tre cose:
– rinnovare l’adesione, o iscriversi per la prima volta alla nostra associazione;
– sottoscrivere per l’attività e la gestione della sede dell’associazione, che è un luogo aperto a disposizione di associazioni e comitati di cittadini;
– disponibilità a partecipare ad approfondimenti, a gruppi di lavoro e/o ad un vero “laboratorio urbano”, che intendiamo avviare sui temi che abbiamo indicato per questa assemblea, o su altri che potranno essere individuati”.