Sabato 9 novembre le comunità di recupero della Papa Giovanni XXIII saranno aperte alla cittadinanza per far conoscere ed ascoltare le storie di schiavitù e liberazione dalle dipendenze patologiche. Un modello tipicamente italiano che lotta contro la piaga sociale della dipendenza non solo da sostanze, ma anche da gioco d’azzardo e da web. Chi intende partecipare per un saluto, un caffè, un semplice momento di familiarità, può recarsi presso una delle seguenti comunità terapeutiche:
- Trarivi di Montescudo (RN) in via Ca’ Gambuto 18
- Borghi (FC) in Via Fornace 2
- Villafranca di Forlì (FC) in via Lughese 193
- Longiano (FC) in Via Balignano 1040
- Maiolo (FC) in Via Cavallara 344
- Cesena (FC) in Via San Carlo 2181
- Sala di Cesenatico (FC) in via Campone 565
- Faenza (RA) in via Podestà 12/A
- Sabbiuno di Castel Maggiore (BO) in via Sammarina 12
«Apriamo le porte per raccontare noi stessi, il lavoro che facciamo, le storie di chi anima le nostre case. Oggi assistiamo ad un ritorno dell’eroina e dei prodotti oppiacei in genere, alla moltiplicazione di nuove molecole sintetiche, come la famigerata ecstasy, ed all’aumento di dipendenze senza sostanze, come video-dipendenze e gioco d’azzardo». E’ il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aperto nel 1980 la prima Comunità terapeutica per il recupero delle persone con dipendenze patologiche. Oggi gestisce 22 Comunità Terapeutiche in Italia e 12 all’estero, in cui sono accolte oltre 300 persone. L’iniziativa si inserisce all’interno dell’open day delle Comunità promosso dal Tavolo Ecclesiale Dipendenze, che riunisce le realtà ecclesiali che realizzano progetti di accoglienza e aiuto alle persone con problemi di dipendenza. L’open day delle comunità avviene in prossimità della III Giornata Mondiale dei Poveri, indetta da Papa Francesco.