Sabato 18 settembre, alle ore 18:30, si terrà presso il Museo Ugonia l’inaugurazione della mostra “Figure” di Antonio Bertoni, con la presenza dell’artista, del curatore del Museo Ugonia Franco Bertoni e dell’Assessore alla Cultura Gessica Spada.
Le opere del giovane artista, di soli 22 anni, sono state particolarmente apprezzate dal critico Silvano D’Ambrosio. “Con queste opere Antonio Bertoni si inoltra nel terreno della sua anima conquistandolo palmo a palmo, terreno che ha già iniziato ad arare per conoscerne qualità e confini fino a disegnare una mappa informata della propria storia”, commenta D’Ambrosio riferendosi alla mostra che sarà visitabile fino al 28 novembre.
Questa inaugurazione si inserisce nel ricco programma di fine estate di Brisighella, che ha visto il Borgo come destinazione ideale per i turisti da ogni parte d’Italia. Si è deciso così di prolungare parzialmente l’orario estivo per cui, a partire da martedì 14 settembre, variano gli orari per permettere ad un sempre maggiore numero di visitatori di accedere ai musei civici. Il Museo Ugonia sarà accessibile durante i giorni festivi e prefestivi, dalle ore 10:00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:00. La Rocca Manfrediana sarà aperta il venerdì dalle 15:30 alle 17:30, mentre durante i giorni festivi e prefestivi aprirà dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:30.
Si ricorda inoltre che secondo quanto previsto dalla legge, è obbligatorio essere in possesso di Green Pass per accedere a musei, mostre e qualsiasi istituto o luogo di cultura.
Biografia di Antonio Bertoni
(Faenza, 1999)
Antonio Bertoni si è diplomato al Liceo Artistico di Forlì e sta frequentando l’Accademia di Belle Arti di Bologna, corso di Pittura. Pittore programmaticamente figurativo, utilizza il colore nero per comporre opere, dedicate esclusivamente alla figura umana, rispettose e consapevoli della grande tradizione dell’arte.
Tra le tante vie e opzioni che l’arte contemporanea offre, Bertoni ha scelto quella figurativa per rimanere saldamente ancorato a una originaria vocazione umanistica dell’arte. Suoi maestri di riferimento sono, tra gli altri, Domenico Rambelli, Francis Bacon e Alberto Giacometti. Le sue figure, volti o più complesse composizioni di corpi, oltre a ribadire quella insignificanza del soggetto e quell’atteggiamento antieroico che hanno caratterizzato l’arte del XIX e XX secolo, sembrano emergere, per un attimo, da un magma scuro, indistinto e indifferenziato.
Intimi segreti, meraviglie, un qualcosa di inaspettato, il breve lasso di tempo in cui ogni cosa è perfetta, l’istante memorabile, un qualcosa da afferrare e preservare e l’intersezione tra vita quotidiana e teatralità, tra ordinario e straordinario sono, in fondo, i veri soggetti delle sue opere.