“Rossini Open” giunge al suo sesto appuntamento oggi alle 20.30 al Teatro Rossini con un concerto sinfonico della Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Enrico Onofri. Il programma è davvero da tutto esaurito: Musica per i Reali Fuochi d’artificio di Georg Friedrich Händel, Ouverture della Cenerentola di Gioachino Rossini e Sinfonia n. 5 in do minore p. 67 di Ludwig van Beethoven.
La Suite Music for the Royal Fireworks fu composta – su incarico del Re Giorgio II – per la festa celebrativa della Pace di Aquisgrana del 1748. All’esecuzione del 27 aprile del 1749, al Green Park di Londra partecipò l’intera città. Fu uno spettacolo eccezionale e la musica di Händel aveva la funzione di introdurre la festa al termine della quale partivano i fuochi artificiali. Un momento da brivido fu vissuto dagli spettatori e dai musicisti in quanto il palco, allestito per l’occasione nel parco di St. James di Londra di fronte a Buckingham Palace, progettato e realizzato da un noto scenografo francese (mentre i fuochi d’artificio erano gestiti da esperti bolognesi), andò a fuoco davanti a 12.000 spettatori poco prima dell’inizio dello spettacolo.
La Cenerentola di Gioachino Rossini viene presentata per la prima volta nel 1817, al Teatro Valle di Roma. Il debutto, pur non provocando uno scandalo paragonabile a quello del Barbiere fu un insuccesso, ma dopo poche recite, l’opera divenne popolarissima. Il soggetto è tratto dalla fiaba di Perrault mentre per le musiche Rossini chiede in prestito a sé stesso la sinfonia della Gazzetta e alcune altre parti da opere precedenti. Eppure, ad ascoltarla, la Sinfonia sembra pensata apposta per l’opera che precede (e stupisce, anzi, come appaia adeguata alle atmosfere che seguiranno), fondendone insieme le diverse anime, quella scherzosa e quella malinconica e drammatica.
Composta tra il 1804 e il 1807, anche se completata nel 1808, la Sinfonia n. 5 di Beethoven è dedicata al principe Lobkowitz e al conte Rasumovsky, viene eseguita per la prima volta sotto la direzione di Beethoven, insieme alla Sesta e ad altri lavori in un lunghissimo e leggendario concerto tenuto al Theater an der Wien a Vienna il 22 dicembre 1808. La straordinaria novità di questa Sinfonia non sfugge alla critica e in particolar modo, ad Ernst Theodor Amadeus Hoffmann che, nel suo saggio, pubblicato sulla rivista Allgemeine Musikalische Zeitung (1810), la definisce una composizione meravigliosa. La recensione contiene la prima vera e propria analisi che si conosca del brano che l’autore esamina minuziosamente, quasi battuta per battuta. Gli aspetti ritmico-metrici non sembrano porre problemi allo scrittore e musicista, il quale rileva piuttosto l’ambiguità armonica dell’inizio. “Nulla può essere più semplice della frase principale del primo allegro, consistente di due sole battute, che successivamente si ripresenta più e più volte in diverse forme…”
Questo tema, dunque, costituisce il principio unitario su cui si fonda la sinfonia, in quanto appare in alcuni momenti del secondo movimento, Andante con moto, una sorta di tema e variazioni, e ritorna nello Scherzo (Allegro) in tutta la sua forza, quando, affidato ai corni; dà origine ad un nuovo tema che alla fine del movimento introduce l’Allegro, sempre più allegro, Presto, imperniato su un ritmo incalzante prima del finale ad effetto.
“Rossini Open” domani presenta un programma straordinario, ma anche degli interpreti straordinari: la Filarmonica Arturo Toscanini nasce a Parma nel 2002 come prosecuzione della storica Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini. Oggi è considerata tra le più importanti orchestre sinfoniche italiane. Tra i grandi direttori che l’hanno guidata: Gianandrea Gavazzeni, Vladimir Delman, Kurt Masur, Lorin Maazel, Georges Prêtre, Zubin Mehta, Jurij Temirkanov, Vladimir Jurowski, James Conlon, Michele Mariotti, Riccardo Frizza, Omer Meir Wellber, Alpesh Chahuan e Fabio Luisi. Dal 2020 Enrico Onofri è il Direttore Principale. La sua nomina si inserisce nel percorso di approfondimento della prassi esecutiva e del repertorio sia classico che preclassico anche grazie all’ospitalità di prestigiosi specialisti quali Federico Maria Sardelli, Rinaldo Alessandrini, Ton Koopman, Fabio Biondi, Christophe Rousset. Enrico Onofri, che è uno dei violinisti principi della prassi esecutiva barocca (è stato per 20 anni consecutivi concertatore e violino di spalla del Giardino Armonico dopo gli esordi al fianco di Jordi Savall e Nikolaus Harnoncourt) è stato insignito di numerosi e prestigiosi premi discografici, nonché del Premio Abbiati 2019 come miglior solista dell’anno.
Biglietti ancora disponibili al telefono 0545 38542, su Vivaticket, alla biglietteria del Teatro, info@teatrorossini.it.