Unanimità fra i Sindaci della Romagna, questa mattina, per il progetto di attivazione della Scuola di Medicina dell’Università di Bologna in Romagna. La Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS) ha infatti dato voto favorevole all’unanimità al progetto “Romagna Salute”, che tra l’altro prevede l’istituzione di .
Tale progetto dovrà affrontare altri passaggi istituzionali, compreso il parere del “Comitato Regionale di Indirizzo” nonché le autorizzazioni del Miur e dell’Anvur. Dopo tali passaggi l’attivazione dei due corsi di laurea potrebbe partire già da settembre 2020.
Come spiegato dal Magnifico Rettore, professor Francesco Ubertini, il progetto si dispiega su tutti i territori della Romagna, andando incontro alle vocazioni dei territori stessi, integrandone la pianificazione di sviluppo con la qualità che l’Alma Mater può portare. L’unicità di questo progetto in Italia – ha spiegato il Rettore – dipende anche dal fatto che non si tratta di un semplice “allargamento” della Medicina di Bologna, bensì di una vera e propria progettazione integrata territoriale, nell’ambito della quale sia l’Azienda USL sia gli Enti Locali hanno grande importanza. I tirocinanti ad esempio, a partire dal quarto anno accademico, svolgeranno il loro percorso formativo presso le strutture Ausl nelle diverse vocazioni specialistiche, individuate in tutto il territorio romagnolo. I corsi, che troveranno sedi didattiche a Forlì e Ravenna, partiranno con 75 studenti ciascuno, con l’idea di arrivare, nei prossimi anni, a cento.
Proprio nell’ottica di valorizzare le vocazioni del territorio, per Rimini è previsto un grande progetto legato alla prevenzione, in collegamento con “Fai bene” e con altri progetti sul benessere nonché con la futura Casa della Salute, che a sua volta avrà una impostazione molto centrata su prevenzione e stili di vita. Rimini è anche la candidata naturale per un corso di laurea magistrale internazionale centrato sulla salute anche in collegamento con sanità animale (alimentazione) e qualità ambientale.
E ancora in ottica vocazionale, Cesena ospiterà un corso magistrale anch’esso internazionale sulle discipline legate a biomedica e biomeccanica.
Un approccio, quello internazionalistico, che – ha detto ancora il Rettore – permeerà tutti i corsi universitari romagnoli, con l’obiettivo che metà dei corsisti vengano da fuori Regione ed almeno il 10 per cento dall’estero.
“Il rapporto molto stretto con l’Ausl Romagna dovrà giocarsi anche rispetto all’inquadramento dei medici e docenti – ha detto il professor Ubertini – perché oltre ad attrarre studenti, ci poniamo anche l’obiettivo di attrarre, o mantenere, professionisti. Studio, assistenza e ricerca devono procedere simultaneamente. Le nostre programmazioni, universitarie, dell’Ausl e territoriali, dovranno sempre più intrecciarsi e andare di pari passo”.
Il Direttore generle dell’Ausl Romagna Marcello Tonini ha sottolineato “l’orgoglio dell’Azienda di aver contribuito in questi due anni, in un lavoro sinergico con CTSS e Alma Mater, all’elaborazione del progetto che oggi è stato approvato. Ritengo inoltre utile la creazione di un Tavolo di coordinamento tra Azienda e Università per presidiare costantemente questo percorso”.
Il presidente della CTSS Michele De Pascale ha dichiarato: “Arriviamo a un risultato importante per tutta la Romagna, frutto di un lavoro corale di tutti i sindaci, che nel cogliere l’opportunità di portare a Ravenna e a Forlì il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, arricchisce l’offerta formativa della Romagna, con lo sviluppo delle componenti di Ingegneria biomedica e di prevenzione delle città di Cesena e di Rimini. Inoltre le ricadute sull’assistenza saranno su tutto il territorio romagnolo, seguendo le vocazioni dei singoli ospedali. Arricchiamo anche l’offerta universitaria della Romagna, che finalmente diventa completa rappresentando una grande eccellenza italiana”.