“Dunque Lunedì 13 settembre riapriranno i battenti tutte le scuole di ogni ordine e grado; finalmente le lezioni riprenderanno in presenza per tutti. Ma sarà veramente così?
Premesse le numerose falle del Ministero, l’amministrazione comunale, per assicurare un rientro in aula in sicurezza, ha fatto tutto il possibile? Non sembra proprio.
Se infatti da un lato i dirigenti scolastici, i docenti, e tutti gli operatori del settore, stanno tenacemente lavorando per inaugurare al meglio l’avvio del nuovo anno scolastico, con la speranza di non dover più ricorrere alla didattica a distanza, dall’altro lato ci si scontra con una dura e triste realtà.
Ci si è mossi per porre rimedio al problema delle “classi pollaio”, almeno nella scuola primaria, visto che non ci saranno sdoppiamenti delle classi numerose e, peraltro, laddove il distanziamento non potrà essere garantito, si potrà addirittura derogare sul metro di distanza?
Risulta che per quanto riguarda il ricambio dell’aria si dovrà procedere semplicemente aprendo le finestre anche in caso di pioggia: cosa ha fatto il comune dal punto di vista infrastrutturale per prevenire la ripetizione dell’anno scolastico precedente?
Premesse le numerose falle del Ministero, l’amministrazione comunale, per assicurare un rientro in aula in sicurezza, ha fatto tutto il possibile? Non sembra proprio.
Se infatti da un lato i dirigenti scolastici, i docenti, e tutti gli operatori del settore, stanno tenacemente lavorando per inaugurare al meglio l’avvio del nuovo anno scolastico, con la speranza di non dover più ricorrere alla didattica a distanza, dall’altro lato ci si scontra con una dura e triste realtà.
Ci si è mossi per porre rimedio al problema delle “classi pollaio”, almeno nella scuola primaria, visto che non ci saranno sdoppiamenti delle classi numerose e, peraltro, laddove il distanziamento non potrà essere garantito, si potrà addirittura derogare sul metro di distanza?
Risulta che per quanto riguarda il ricambio dell’aria si dovrà procedere semplicemente aprendo le finestre anche in caso di pioggia: cosa ha fatto il comune dal punto di vista infrastrutturale per prevenire la ripetizione dell’anno scolastico precedente?
Nei mesi invernali, se non ci si ammalerà di covid, si rischierà comunque una polmonite.
Vorrei aprire una piccola riflessione: le finestre aperte saranno previste anche per la scuola dell’infanzia; premesso che a Ravenna la maggior parte delle scuole dell’infanzia sono comunali, questa amministrazione ha veramente intenzione di lasciare al freddo i bambini più piccoli? Non sarebbe stato opportuno dotare le scuole di sanificatori per l’aria?
Possibile che la politica non si renda conto di quanto sia difficile per dei bambini anche della primaria riuscire a concentrarsi per otto ore in un ambiente poco confortevole?
Alcune scuole del forese, prive di palestra, stanno tuttora aspettando l’installazione di tensostrutture promesse anni fa dall’amministrazione.
Sul trasporto scolastico, poi, sembra che un anno sia trascorso inutilmente.
Possibile che la politica non si renda conto di quanto sia difficile per dei bambini anche della primaria riuscire a concentrarsi per otto ore in un ambiente poco confortevole?
Alcune scuole del forese, prive di palestra, stanno tuttora aspettando l’installazione di tensostrutture promesse anni fa dall’amministrazione.
Sul trasporto scolastico, poi, sembra che un anno sia trascorso inutilmente.
Mantenere il distanziamento in aula se poi si creano assembramenti alle fermate dei pullman è una presa in giro.
E’ cosa nota che ci sono tuttora numerose fermate di pullman senza pensiline, per cui in caso di pioggia gli studenti non potranno neppure ripararsi.
Un’amministrazione comunale che, dopo un anno e mezzo di didattica a distanza che, inutile negarlo, può essere considerata solo emergenziale e non sostitutiva di quella in presenza, non si rende conto del peso che la propria assenza comporta, deve solo andare a casa.”
E’ cosa nota che ci sono tuttora numerose fermate di pullman senza pensiline, per cui in caso di pioggia gli studenti non potranno neppure ripararsi.
Un’amministrazione comunale che, dopo un anno e mezzo di didattica a distanza che, inutile negarlo, può essere considerata solo emergenziale e non sostitutiva di quella in presenza, non si rende conto del peso che la propria assenza comporta, deve solo andare a casa.”