Sabato 12 ottobre dalle ore 10,  in piazza a Faenza, sotto la torre dell’orologio, è stato organizzato al banchetto di Legambiente un ritrovo per protestare contro l’avanzata delle truppe turche in Siria : “Per rispondere alla drammatica situazione al confine tra Turchia e Siria” scrivono gli organizzatori “con l’invasione e i bombardamenti dell’esercito turco di Erdogan, che colpiscono indiscriminatamente le popolazioni Curde,  provocando anche vittime civili, riteniamo utile, anche a Faenza, mettere in atto una mobilitazione e una protesta, a partire dai contenuti dell’appello di Arci, Anpi, Cgil e Legambiente alle istituzioni.
Per questo invitiamo tutte le associazioni della società civile, che condividono questi contenuti, a essere presenti per una prima inizitiva”

 

L’appello alle istituzioni di Arci, Anpi, Cgil e Legambiente:

Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine tra Turchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili.

A seguito delle improvvide dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che annunciavano il ritiro delle truppe americane dai quei territori, anche se oggi smentite – il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale.

L’esercito formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue.

La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato Turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori.

La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti.

Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica perché:

  • cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda;
  • si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale;
  • si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti;
  • si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano;
  • si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.