“In attesa delle cosiddette “bike lane” in Via Boaria ed in Via Volta, programmate da mesi e, crediamo, ancora in fase di ideazione, qualche indizio su come l’amministrazione concepisce il ruolo delle piste ciclabili ci viene fornito dai recenti interventi in Corso Matteotti. E non sono affatto rassicuranti. Bastano poche immagini a giustificare la nostra preoccupazione”.

Legambiente critica il Comune per quanto avvenuto in Corso Matteotti, con la pista ciclabile notevolmente ridotta a vantaggio dell’utilizzo della sede stradale da parte dei mezzi a motore. La doppia striscia infatti, che delimita la pista ciclabile che consente alle bici di percorrere Corso Matteotti in direzione della piazza, è ora a ridosso del marciapiede.

“Incredibile, la pista ciclabile, già stretta, si è rimpicciolita. E ora si limita a coincidere, ma si tratta di una nostra incompetente supposizione, con quello stretto leggero avvallamento progettato, immaginiamo, per la raccolta e l’incanalamento delle acque piovane. Non di certo quale pista ciclabile esemplare. In verità, è il tratto che tutti i ciclisti evitano accuratamente. Che sia, allora,  il marciapiedi a diventare pista ciclo pedonale?

Da inesperti, non possiamo che augurarci tempestivi chiarimenti dai responsabili della mobilità. E la traslazione laterale è stata applicata in Corso Matteotti in tutta la sua lunghezza. Con una curiosa eccezione: gli ultimi cinquanta metri prima dell’incrocio di Porta Montanara.

Chissà per quale motivo? Un errore? Una distrazione?

I segni verdi sull’asfalto, per quanto criptici, suggeriscono una deliberata pianificazione. In fondo, quel breve tratto di strada è l’unico sufficientemente largo per permettere di avere la pista ciclabile della stessa larghezza precedente senza intralciare il passaggio delle auto.

E, allora, ci azzardiamo a proporre un’ardita congettura: il restringimento della pista ciclabile è stato previsto proprio al fine di permettere alle auto di procedere senza dover oltrepassare la doppia continua linea bianca e gialla, soprattutto nei tratti in cui sul lato opposto della ciclabile sono spesso in sosta vietata numerose auto. Finalmente, gli autisti in prolungata fermata abusiva potranno vivere tranquilli, sapendo di non obbligare altri autisti a compiere un illecito, loro malgrado.

Insomma, il tanto con il poco.


Eppure, pensandoci proprio bene, un’alternativa al restringimento della pista ciclabile potrebbe esserci. E nemmeno tanto complicato e costoso. Legambiente Faenza e Fiab Faenza lo proposero alcuni mesi fa.

Si basa su due semplici idee:

  • Introdurre il divieto di fermata in Corso Matteotti e, soprattutto, far sì che venga rispettato, sempre;
  • eliminare i posti auto, addirittura 12, mantenendo solo le aree per lo scarico/carico delle merci.

Insomma, capovolgere la procedura: cercare di risolvere la causa che genera rischi e disagi per pedoni e ciclisti, invece di adeguarsi alla “causa” del problema peggiorando le condizioni dell’uso dello spazio pubblico. 
Invece di incentivare chi ne usa meno per muoversi, si favorisce l’utenza che ne abusa, aggravando il problema della conflittualità tra i diversi utilizzatori della strada. Un insulto alla ragione e ai fondamenti della mobilità sostenibile”.