Un anno diverso che entrerà sicuramente negli annali del Niballo Palio di Faenza. Il 2020 ha segnato e cambiato abitudini e socialità, forzandoci a rivedere e limitare quel carattere aggregativo a cui i faentini sono abituati in occasione delle manifestazioni paliesche. Dopo l’annullamento delle settimane del Palio, delle giostre e dei tornei di alfieri bandieranti e musici, anche la Nott de Bisò che ricorre ogni anno il 5 gennaio, verrà posticipata alla prossima primavera. Unico punto fermo è rappresentato dalla vendita da parte dei cinque Rioni dei tradizionali gotti, le iconiche ciotole in ceramica faentina destinate storicamente al bisò.
I gotti 2020: vendita speciale anticipata
In quest’anno unico nel suo genere nella storia del Niballo Palio di Faenza, anche se la Nott de Bisò con i suoi stand non avrà luogo, è invece confermata la vendita dei gotti attraverso i canali diretti dei cinque Rioni.
La decorazione del gotto cambia ogni anno e viene scelta dal Comitato Palio con la collaborazione del Museo Internazionale delle Ceramiche e del ceramista Luciano Sangiorgi. Quest’anno il motivo è quello della foglia “accartocciata”. I servizi completi (sei bicchieri, con gli stemmi dei cinque Rioni più quello comunale, e la brocca) così come i singoli gotti sono quest’anno in vendita nelle cinque sedi rionali già a partire dall’8 dicembre.
Il singolo gotto e la brocca sono acquistabili contattando i cinque Rioni e i prezzi sono i seguenti: servizio completo (brocca e sei gotti) a 110 euro e il singolo gotto a 13 euro.
Sarà possibile acquistarli contattando via telefono o WhatsApp le cinque sedi rionali a questi numeri:
Borgo Durbecco: 3400623090
Rione Giallo: 370 3699308
Rione Nero: 3792223777
Rione Rosso: 3337661233
Rione Verde: 0546 681281 – 335 7000994
Eventuali modalità di ritiro in loco o a domicilio, saranno da concordare direttamente con i Rioni.
La decorazione foglia “accartocciata”
Nella seconda metà del Quattrocento si sviluppò sulla maiolica di Faenza la classe decorativa “goticofloreale”, caratterizzata dal motivo a foglia “accartocciata” o “cartoccio”. La decorazione richiama la cultura tardo-gotica dell’epoca, ispirandosi alle eleganti cornici delle miniature dei manoscritti. Attorno a un bulbo centrale si dispongono una o più foglie dall’andamento sinuoso e con le estremità arricciate su sé stesse, ovvero “accartocciate”. La stilizzazione del decoro conserva un certo rigore compositivo tipico dello “stile severo” che contraddistinse la produzione faentina dal 1460 al 1490. Presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza sono custoditi i reperti originali con tale ornato quali piatti, ciotole e in particolare boccali o albarelli utilizzati per contenere spezie e unguenti. Oltre che sul vasellame di uso comune sono note testimonianze di maioliche impiegate per l’edilizia. Esemplari sono un tondo da muro, datato 1475, un tempo esposto sulla facciata della perduta chiesa di S. Michele a Faenza, oppure le mattonelle esagonali del pavimento della Cappella Vaselli in San Petronio a Bologna, eccellente compendio del repertorio decorativo faentino risalente al 1487. La decorazione si presenta dipinta in arancio, bruno, blu, giallo e verde, disponendosi sulle maioliche sia come singolo tema centrale, sia a cornice di elementi ornamentali.