“Come professionisti del settore emergenza-urgenza e soccorso preospedaliero AUSL della Romagna rimaniamo sconcertati nel leggere le affermazioni del sindacato SNAMI regionale, che reputiamo altamente offensive nei nostri confronti, in quanto mettendo insieme argomenti distanti e distinti in modo pretestuoso , rischiano di creare inutili allarmismi nella popolazione.
Per rispetto dei cittadini a cui forniamo in scienza e coscienza il nostro operato, difficile e faticoso in tempi normali ed ancora di più oggi dopo le fasi più acute della pandemia, aggravato dalla carenza cronica di medici su tutto il territorio nazionale , ci sentiamo di rispondere alle infamanti accuse per sostenere la qualità della risposta fornita in AUSL della Romagna dalle reti di emergenza, pre- ed intraospedaliere.
- Il sistema 118 Romagna ha una caratteristica unica, di prevedere su tutte le ambulanze la presenza di infermieri , consentendo in questo modo, all’arrivo del primo mezzo, un intervento di soccorso sanitario.
- La distribuzione delle ambulanze con infermiere sul territorio romagnolo consente di assicurare l’arrivo di un mezzo di soccorso avanzato a leadership infermieristica ben al di sotto dei tempi richiesti dai livelli essenziali di assistenza per il sistema 118 a livello nazionale, dimostrando pertanto un corretto soddisfacimento del fabbisogno
- Il numero di automediche previsto con il nuovo riassetto, garantisce la medicalizzazione laddove necessaria, nei tempi consoni. E’ pertanto fuorviante il riferimento ad una indicazione di presenza riferita alla popolazione, contenuta nella nota Snami. La qualità di risposta è infatti determinata dai tempi di soccorso e dalla disponibilità di una rete policentrica ospedaliera , come quella presente in AUSL della Romagna, in grado di dare risposte in linea con le evidenze scientifiche. Dire che un “paese rimane senza ambulanza” è una vergognosa distorsione della realtà, che rischia di mettere in apprensione i cittadini, in nome di una difesa esclusivamente corporativa.
- Lo diciamo con forza: il sistema proposto con questa iniziale rimodulazione delle automediche che prevede una dinamicità dell’impiego delle risorse disponibili, assicura il necessario supporto medico alla rete delle ambulanze infermieristiche sul territorio. E’ da sottolineare che il numero delle auto mediche, considerando anche l’elisoccorso come mezzo medicalizzato, è in AUSL della Romagna superiore ad altre province della regione.
- L’affermazione “solo due automediche che rincorrono le ambulanze per soccorrere i malati” è degna di una comicità volgare e di bassa lega e non raffigura in alcun modo il grande impegno che tutti i professionisti ed i direttori delle strutture ai vari livelli mettono per garantire approiatezza, efficacia ed efficienza degli interventi
- Se poi entriamo nel dettaglio degli interventi delle automediche, in riferimento al territorio considerato, tale numero non supera i 3 interventi al giorno per ognuna di esse con un intervento medico ogni 8 ore in media, e spesso per interventi che non hanno caratteristiche di reale criticità clinica. Numeri che fanno pensare: i medici operanti in pronto soccorso sono oberati di casi, spesso di elevata complessità, mentre a pochi metri di distanza opera un medico che effettua un intervento ogni 8 ore in media, e soprattutto nelle ore notturne ha un numero di uscite non superiore ad una per notte. E’ del tutto evidente che già questi dati basterebbero a rivedere il modello, rafforzando la struttura ospedaliera di pronto soccorso dove il paziente trova la definitiva soddisfazione del suo bisogno di salute. La criticità delle risorse mediche con fuoriuscite mensili di professionisti ha portato a scegliere di comune accordo fra direttori di dipartimento di emergenza, di pronto soccorso e della centrale operativa e la direzione generale, la riduzione delle automediche garantendo la presenza di professionisti medici nei pronto soccorso, in primis quello di Lugo, che attualmente mostra le più evidenti criticità, in termini di carenza medica.
- Ridicolo appare il richiamo alla “disponibilità allo sforzo di medici di altre province” quando non vi è nemmeno la disponibilità a collaborare in punti di primo intervento in zone disagiate, ed in cui il medico dell’automedica ivi in postazione, esce poco più di una volta in media al giorno. Questo si traduce nella indisponibilità a trattare i casi che si presentano nel punto di primo intervento stesso, durante il loro turno in auto medica.
- In merito al supposto ritardo di attivazione dei corsi per medici si sottolinea che solamente 7 sono le iscrizioni formalizzate su un totale di 25 posti messi a disposizione da AUSL della Romagna, tanto che AUSL ha richiesto alle altre AUSL regionali i nominativi di eventuali medici che sono rimasti esclusi dai corsi ivi organizzati. Un altro esempio di affermazioni strumentali, non basate su dati oggettivi, che creano totale disinformazione
- Relativamente al “maltrattamento ed agli scontri” non vi è alcuna evidenza tanto che i medici in larghissima parte operano sui mezzi di soccorso in piena integrazione con i dirigenti dipendenti AUSL
- Sulle retribuzioni occorre una ulteriore trasparenza: a seguito dell’accordo regionale sottoscritto anche da SNAMI il riconoscimento economico dei medici di emergenza territoriale convenzionati hanno stipendi attualmente in linea con quelli dei dirigenti medici se non superiori in alcuni casi, a fronte di un carico lavorativo ben più ridotto rispetto ai medici di pronto soccorso
Nessuno di noi si è mai sottratto al confronto e le verità assolute non esistono: come professionisti del servizio sanitario pubblico stiamo operando al meglio delle possibilità, sempre disponibili a fornire tutte le risposte e le motivazioni alla base delle scelte che adottiamo. Non possiamo pertanto tollerare oltre attacchi infamanti (essere definiti autori di scelta folle va oltre ogni ragionevole diritto di critica): continueremo a lavorare forti della nostra professionalità ma chiediamo rispetto da parte di colleghi medici che si fanno scudo di sigle sindacali e di platee senza contraddittorio per attaccare il sistema sanitario che rappresenta il loro datore di lavoro seppur con un rapporto convenzionale.”
Dr. Maurizio Menarini -Direttore UO Centrale Operativa 118 ed emergenza territoriale Romagna
Dr. Andrea Fabbri – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Forlì
Dr. Gabriele Farina – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Faenza
Dr.ssa Raffaella Francesconi – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Cesena
Dr.ssa Rosa Intermite – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Riccione
Dr.ssa. Tiziana Perin – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Rimini
Dr. Andrea Strada – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Ravenna e Dipartimento Emergenza, Internistico Cardiologico
D.ssa Ivana Valenti – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Lugo