“Il principio per cui, a causa dell’emergenza coronavirus, “non è giusto che le famiglie paghino le rette anche per i periodi in cui non ricevono il servizio”, fu enunciato dal sottoscritto al sindaco, a proposito dei servizi per l’infanzia, in vista della conferenza dei capigruppo avutasi il 3 aprile” afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista di Ravenna.
“Seguì un mese dopo l’interrogazione al sindaco stesso: “Trasporto scolastico su linea pubblica col Coronavirus. Rimborsare i costi del servizio non usufruito” : Mi è giunta ora la risposta dell’assessore alla Mobilità, che mi fornisce il consuntivo dei rimborsi a tale scopo disposti, a seguito anche del tavolo attivato con l’Azienda di trasporto pubblico Start Romagna, come suggerito nell’interrogazione. Di seguito l’estratto essenziale della risposta” prosegue Ancisi.
“Il Servizio Diritto allo Studio ha provveduto all’erogazione dei rimborsi nella misura del 40% della tariffa dovuta per l’anno scolastico 2019-2020. Gli utenti che hanno provveduto al pagamento della retta, a cui spetta il rimborso del 40%, sono complessivamente 503 di cui:
- 441 utenti, per un importo complessivo di euro 43.180,34, rimborsati tramite versamento diretto su conto corrente da parte di Ravenna Entrate;
- 62 utenti, per un importo complessivo di euro 4.865,45, ancora da rimborsare in quanto, ad oggi, non hanno fornito i dati necessari all’erogazione del rimborso.
Gli utenti che non hanno provveduto al pagamento della retta, a cui spetta quindi lo sconto del 40%, sono complessivamente 107. Per questi utenti è stata ricalcolata la retta 19/20 applicando lo sconto previsto (importo complessivo sconto euro 10.506,52) e Ravenna Entrate provvederà all’emissione dei bollettini di pagamento con la tariffa scontata da pagare, per un importo complessivo di euro 13.062,51”.
“In sostanza, gli utenti per i quali è stato disposto il rimborso o lo sconto del 40% sull’abbonamento per l’anno scolastico 2019-2020 sono 565, per un totale di 58.372 euro. Il rimborso non è potuto ancora avvenire a favore dei 62 di tali utenti, per i quali, avendone pagato l’abbonamento, le rispettive famiglie non hanno ancora fornito i dati necessari” conclude Alvaro Ancisi.