Rigassificatore: Snam e Vigili del Fuoco garantiscono sulla sicurezza dell’impianto

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La nave rigassificatrice avrà un impatto visivo poco considerevole e sarà l’unica area a rischio rilevante dell’intero sistema orbitante attorno al nuovo rigassificatore. Gli stessi Vigili del Fuoco che hanno escluso pericoli rilevanti per la popolazione.

Si è tenuta martedì sera l’assemblea pubblica dedicata al nuovo rigassificatore di Ravenna. Non sono mancate le contestazioni fuori dal Palazzo dei Congressi. Durante l’incontro, Snam, Comune, Regione e tutti gli enti coinvolti hanno spiegato il nuovo progetto che dovrebbe entrare in funzione a settembre 2024, troppo tardi, hanno più volte evidenziato gli ambientalisti, per far fronte alla crisi energetica e sempre e comunque utilizzando fonti fossili.

Per il processo di rigassificazione, l’impianto utilizzerà l’acqua del mare, non la combustione del gas. La conseguente clorazione dell’acqua dovuta al procedimento è stata giudicata da Arpae trascurabile, estinguibile in pochi metri d’acqua.
Dal canto suo stabilimento a terra sarà nascosto alla visibilità da una nuova area verde di 97 ettari. Qui avverranno solo operazioni di filtraggio e misura. Occasionalmente potrà avvenire iniezione di azoto nel caso debba essere corretto il gas. La conduttura che passerà sotto la pineta di Punta Marina sarà costruita oltre 10 metri sottoterra, privilegiando aree non antropizzate e rispettando le zone protette.
Nonostante le rassicurazioni, alcuni residenti di Punta Marina hanno continuato ad esprimere i loro dubbi circa eventuali rischi, ma soprattutto per l’impatto che il rigassificatore avrà sul valore economico delle singole proprietà e per l’impatto turistico