Le autorizzazioni relative al rigassificatore di Ravenna sono state al centro delle commissioni congiunte Territorio, ambiente e mobilità e Politiche economiche, presiedute rispettivamente da Stefano Caliandro e Manuela Rontini. L’informativa sullo stato dell’arte è stata presentata dalla giunta, alla presenza dall’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla. Nella stessa seduta è stata respinta una risoluzione del consigliere Marco Mastacchi (Rete Civica) che impegnava la giunta a installare rigassificatori con funzioni solo a circuito chiuso per limitare gli effetti negativi sul settore ittico, chiedendo al ministero dell’Ambiente di monitorare l’alterazione della fauna e l’impatto ambientale. I consiglieri di maggioranza hanno giudicato positivo il progetto, mentre quelli di minoranza hanno chiesto spiegazioni su diversi aspetti tecnici e politici.
La giunta ha riferito che la procedura autorizzativa è definita e, anche se esentata dalle procedure della Via (Valutazione di impatto ambientale), ha compattato i tempi di valutazione, compresa la fase partecipativa e di condivisione, anche per quanto riguarda gli espropri. La Regione ha presentato le integrazioni e gli aggiustamenti previsti dopo la richiesta di modifica, a Snam, arrivate dalla Conferenza dei servizi.
Uno dei punti importanti riguarda la scelta dell’ancoraggio che avverrà con cassoni annegati, invece che tramite palancole fissate sul fondo del mare. Una protezione maggiore dell’ancoraggio dalle mareggiate e dal moto ondoso. Il rigassificatore sarà ormeggiato alla piattaforma Petra a 8,5 km dalla costa. Un collettore di 8,5 km porterà il gas alla costa e una condotta a terra – che non attraverserà più la pineta di Punta Marina e circumnavigherà la città – farà affluire il gas all’impianto che lo immetterà nella rete nazionale.
Altre misure di ottimizzazione riguardano i fondali marini e la barriera frangiflutti. Ci sarà, inoltre, l’ottimizzazione dell’area di dragaggio. I materiali saranno portati e dispersi a 31 km dalla costa, in aree idonee (è previsto un deposito sul fondo di 6 centimetri, anche se Ispra consente fino a 10 cm).
Dall’uso del cloro non sono previsti effetti, non ci saranno schiume e le temperature restano inalterate. Su questi punti ci sono le rassicurazioni di Snam.
Attacco a Punta Marina: saranno espropriati 90 ettari di terra per creare un bosco a protezione dell’area. Un microtunnel eviterà l’attraversamento della pineta. Si tratta di integrazioni al vaglio della seconda Conferenza dei servizi. Entro il 28 ottobre, ha affermato la giunta, il procedimento si chiuderà con le autorizzazioni, compresa l’intesa della Regione e le normative Seveso e antincendio. Poi, si avrà il decreto del Commissario.
Il consigliere Fabio Rainieri (Lega) ha chiesto a che altezza sia la battimetria e se il sedimento che viene allontanato dal moto ondoso sarà riportato nel tempo. La giunta ha risposto che la profondità è di 12,50 metri, ma i fondali saranno dragati fino a 15,5 per garantire maggiore sicurezza alle navi a pieno carico (in genere 170mila metri cubi di gas liquido). “La verifica del dragaggio sarà annuale – è stato precisato – per garantire il pescaggio in sicurezza della nave rigassificatore”.
Gianni Bessi, consigliere del Partito democratico, ha sottolineato “l’esperienza che si fonda sulla qualità di competenze tecniche e ambientali di questa regione, che procede nella verifica e non solo sull’autorizzazione. Negli ultimi 20 anni viviamo l’epoca dell’emergenza. La normativa Seveso è importante, dal 2015 prescrive le procedure di sicurezza per tutto il sistema territoriale. Abbio fiducia perché conosciamo le capacità delle autorità di controllo di tenere monitorato anche un intervento come questo.
Il consigliere della Lega, Emiliano Occhi, ha chiesto chiarimenti sull’ipotesi alternativa avanzata da alcuni cittadini di spostare la nave a 20 km al largo di Casalborsetti perché “ci sarebbe meno necessità di dragaggi, in quanto il fondale è più profondo”. Il consigliere vuole anche sapere quali siano, a livello politico, le perplessità a livello locale e quali possano essere le valutazioni dell’impatto su pesca e fauna ittica in relazione alla caratteristica dell’impianto, cioè se a circuito aperto o chiuso.
Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) “preoccupa la durata della concessione, 25 anni. Non è la risposta né per abbattere le bollette né per limitare la dipendenza energetica. Sono perplessa per i timori di un errore di progettazione, in quanto non si sarebbe considerata la dilatazione dei materiali in fase di collaudo”. La capogruppo M5s ha concluso: “Pare che la risposta di Snam non sia esaustiva per fugare i dubbi”.
Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha rimarcato come si tratti di “un progetto fondamentale per guardare avanti, ma anche per poter superare il prossimo inverno. Vogliamo assicurarci l’inverno 2023-24 con imprese aperte e famiglie al caldo. La nave sarà attiva dal 2024, ma se non iniziamo adesso ipotechiamo il sistema. Il circolo chiuso comporta la combustione del gas e le conseguenti emissioni; meglio quello aperto con l’uso di acqua di mare per il processo di rigassificazione”.
Mastacchi, capogruppo di Rete civica, presentando la risoluzione ha sottolineato come “nel contesto che stiamo vivendo, il rigassificatore è necessario. Ma non deve essere una rigassificazione “libera tutti”. Le regole ambientali sono rigide. Il rigassificatore preleverà l’acqua dal mare risucchiando tutto ciò che c’è (pesci, plancton, avannotti), poi l’acqua ritornerà in mare in una zona sterile priva di vita. Inoltre, la differenza del costo energetico fra circolo chiuso e aperto è poco rilevante: una percentuale di consumi sotto all’1%. E questo risparmio va riconosciuto alle aziende che stanno facendo extraprofitti straordinari. Anche la pesca subisce l’impatto dei costi energetici. In nord Europa si stanno dismettendo i circuiti aperti”.
La capogruppo di Forza Italia, Valentina Castaldini, si è detta “contenta che ci sia questo investimento in regione. Questo percorso lungo è positivo anche se ci dimentichiamo della cattiva politica energetica degli anni scorsi”. Anche Castaldini ha chiesto chiarimenti su un eventuale impianto al largo e per quanti anni è prevista l’autorizzazione. “Nei giacimenti di gas esauriti – infine – si pensava di stoccare anidride carbonica: a che punto è la situazione?”.
Marco Fabbri (Pd) ha ricordato “che l’obiettivo 2024 è vicino. La procedura è in corso, non facciamo salti in avanti, attendiamo la commissione tecnica. Alcune risposte già oggi ci sono, così come la preoccupazione soprattutto per pesca e acquacultura (2mila imprese e 3mila addetti). Il settore ittico è importante e va ascoltato. Va approfondito lo shock termico e assicurati i monitoraggi”.
Dalla Lega, Stefano Bargi, ha detto che “è complicato parlare di rigassificatori. In sostanza, stiamo passando da un fornitore a un altro: prima era la Russia – con intese fatte sia dal centrodestra sia dal centrosinistra – con un accordo che metteva un po’ tutti d’accordo. Il fornitore sapeva quanto incassava e pianificava gli investimenti, l’acquirente aveva un prezzo che oscillava poco. La guerra in Ucraina rischia di essere il tappeto sotto cui nascondere la polvere: c’è un conflitto di interessi tra gli Usa e l’Ue. Oggi ci sposta a comprare gas da Usa e Qatar. Ma i costi per il trasporto con le navi cisterna aumentano, i prezzi salgono con la speculazione della Borsa Ttf … quale strada intraprendiamo? In Emilia-Romagna abbiamo un presidente che fa la battaglia per il rigassificatore e la sua vice che sostiene sia una misura transitoria. Personalmente non credo sia una misura transitoria”.
La giunta, in fase di replica, ha sottolineato che sulla sicurezza delle navi nel porto di Ravenna si sta agendo e va considerato che ogni anno entrano 2.500 navi in porto, mentre sono previste solo 50 navi gasiere all’anno. Riguardo ai dubbi di Mastacchi sulle emissioni inquinanti, la Regione ha affermato che Snam ha escluso per ora la perdita di produttività per il settore della pesca e dell’acquacoltura.
In conclusione, l’assessore Colla ha spiegato come “questo investimento arriva su richiesta dell’attuale governo e sentiamo la responsabilità di concretizzare il progetto. Ora l’auspicio è che arrivi l’applicazione del tetto sul prezzo del gas e che il 20 ottobre ci sia la risposta dall’Europa. Qui si inserisce lo scenario del rigassificatore di Ravenna. Siamo di fronte a un’operazione che vuole dare una risposta coerente con l’obiettivo della transizione ecologica ed energetica che questo Paese si è dato. Il rigassificatore, inoltre, fornisce una diversificazione geopolitica degli approvvigionamenti. La società che si occuperà dell’operazione è una partecipata della portata di Snam, un soggetto in grado di dare risposte a un investimento di questa grandezza e di gestire quel genere di complessità. La scelta di Ravenna non è casuale: ci sono competenze eccezionali nel settore dell’energia. La struttura che nascerà in questa regione potrà monitorare nel tempo quel tipo di progetto. Il percorso è stato molto trasparente e democratico, coinvolgendo tutti i soggetti del Patto per il lavoro e per il clima. Alle sollecitazioni riguardanti l’economia del mare, in particolare la pesca e tutto l’indotto, posso rispondere che l’area individuata per il rigassificatore di Ravenna è già vincolata come area non soggetta alla pesca. La nave che verrà impiegata per il processo di rigassificazione è a ciclo aperto, perché a ciclo chiuso si brucerebbe più gas in atmosfera, producendo più CO2”.