Avanti con l’economia circolare e con la reimmissione nel ciclo produttivo di materiali in precedenza smaltiti come rifiuti speciali. E’ l’auspicio di una interrogazione di Manuela Rontini (Pd) che chiede alla Regione di rilanciare il lavoro del Coordinamento rifiuti speciali (dove Arpae si confronta con le categorie economiche nel “Comitato permanente sottoprodotti”) istituito dalla Regione a seguito di una legge del 2015 che riprende una direttiva europea del 2008. La consigliera di maggioranza chiede alla giunta “quali motivazioni siano all’origine del rallentamento, durante il corso del 2018, del lavoro del Comitato permanente sottoprodotti” e fa sapere che “vi sarebbero alcune aziende pronte a proporre al Coordinamento rifiuti speciali alcuni cicli produttivi per il riconoscimento dei sottoprodotti, sottraendo quindi ulteriori quote di rifiuti speciali dallo smaltimento”.
L’elenco dei sottoprodotti- che scaturiscono da lavorazioni e non creano pericoli alla salute pubblica- è definito da una delibera di giunta del 2016. E qui Rontini ricorda che nel primo anno di attività del Coordinamento permanente sottoprodotti sono stati approvati “sei processi produttivi relativi a filiere significative (noccioli albicocche, noccioli
pesche, sale da salatura carni, liquor nero, residui verdi mais e residui ceramici)” che, di conseguenza, “riducono gli apporti a discariche e inceneritori”. Nel corso del 2018, invece, osserva ancora la consigliera, “si è purtroppo registrato un rallentamento nell’attività del Coordinamento, tanto che l’ultimo processo produttivo oggetto di approvazione risulta quello riferito alla filiera dei residui ceramici”.
Rontini è presidente della III Commissione assembleare “Territorio Ambiente Mobilità” che ha sentito il 15 novembre scorso i rappresentanti di Confservizi, Confìndustria e del Tavolo regionale dell’imprenditoria, e ricorda che “ad inizio dicembre è stata approvata una delibera che velocizza l’iter autorizzativo per l’incremento (fino ad un massimo del 3%) delle quantità di rifiuti che è possibile stoccare negli impianti già esistenti (a fronte, comunque, della piena garanzia delle condizioni di sicurezza e della normativa ambientale)”; inoltre, “nelle scorse settimane la Regione, i gestori degli impianti di smaltimento e trattamento e le imprese hanno siglato un’intesa per arrivare, in tempi rapidi, a misure gestionali e capacità di trattamento che rispondano in primo luogo ai fabbisogni del territorio emiliano-romagnolo”.