Sostenere economicamente i nuclei familiari più fragili ed evitare le controversie giudiziarie tra inquilini e proprietari di immobili attraverso procedure conciliative sono i due principali strumenti messi a punto in un protocollo d’intesa contenente misure straordinarie di intervento per la riduzione del disagio abitativo, sottoscritto il 29 luglio tra i Comuni di Ravenna, dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, dell’Unione della Romagna Faentina, l’Acer, la Prefettura, il Tribunale, l’Ordine degli Avvocati, i sindacati e le associazioni rappresentative dei proprietari e degli inquilini.
Il documento è stato redatto a partire dalla consapevolezza che in questo momento il tema dell’abitare è centrale; anche per il 2021 infatti nella provincia di Ravenna permane alto il numero dei procedimenti di sfratto e di quelli già definiti con convalida, con conseguenti disagi abitativi e tensioni sociali; un numero rilevante di procedure esecutive è riconducibile a casi di morosità del conduttore, determinata in misura notevole dalla perdita o diminuzione della capacità reddituale subita dalle famiglie in conseguenza diretta e indiretta della perdurante crisi economica e dei relativi effetti sui redditi delle famiglie, ulteriormente aggravati dalle conseguenze della pandemia in corso. Con lo stop al blocco degli sfratti, è facile immaginare che i prossimi mesi saranno particolarmente critici per quanto riguarda l’acuirsi delle tensioni e delle difficoltà.
Il tema, con la richiesta di adozione del protocollo, sulla scorta di una analoga esperienza attiva a Bologna, era stato posto attraverso una proposta di ordine del giorno approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Ravenna l’8 giugno scorso.
Sono quindi, come si diceva, fondamentalmente due le leve che tutti i soggetti sottoscrittori, ciascuno per quanto di propria competenza, azioneranno per giungere a esiti il più possibile positivi delle situazioni di disagio abitativo: da un lato procedure di conciliazione tra inquilini e proprietari che consentano di risolvere a monte e in maniera bonaria eventuali liti, prima che si traducano in controversie giudiziarie; dall’altro l’assegnazione, in maniera il più possibile semplificata e rapida, seppur con procedure che garantiscano l’accertamento dei requisiti necessari, dei fondi governativi per il sostegno all’emergenza abitativa, che potranno essere incrementati con risorse dei Comuni stessi.
Il protocollo definisce nel dettaglio tutte queste opzioni; al momento è stato stabilito che sia valido dall’1 agosto di quest’anno al 31 dicembre del prossimo. Potrà essere prorogato o aggiornato.