La Provincia di Ravenna e gli ordini professionali e collegi tecnici dei Geometri e Geometri Laureati, Periti Industriali, Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Ingegneri, Architetti e Dottori Agronomi Forestali hanno scritto una lettera al commissario straordinario per la ricostruzione post alluvione generale Francesco Paolo Figliuolo con richieste di carattere tecnico – edilizio.
“Ringrazio – dichiara il presidente della Provincia Michele de Pascale – tutti gli ordini professionali e collegi tecnici che hanno collaborato alla redazione di questa nota. È essenziale avere un modulo chiaro per poter periziare i danni e per poter essere più celeri è essenziale che questo modulo venga definito insieme ai tecnici che poi lo dovranno redigere.
C’è stata una grandissima collaborazione da parte di tutti gli ordini, che hanno partecipato a tutte le assemblee che abbiamo organizzato con la cittadinanza.
È vero che la situazione è difficile e che ci sono tantissimi problemi, ma sappiamo di poter contare su una rete di professionisti che sarà al fianco dei cittadini in questo complesso percorso”.
“È importante – aggiunge l’assessora all’Edilizia del Comune di Ravenna Federica Del Conte – che vengano accolte le richieste di modifica al decreto dello Stato, per aiutare le persone alluvionate a presentare le richieste dei danni in modo più semplice e veloce e comunque nel pieno rispetto delle norme edilizie, norme già in vigore in Emilia-Romagna che consentono percorsi più snelli e rapidi rispetto alla legge nazionale vigente”.
La lettera:
“Egregio Generale Figliuolo,
a distanza di oltre due mesi dagli eventi alluvionali che hanno devastato la nostra Provincia, e dopo quasi un mese dalla Sua nomina quale Commissario Straordinario, Le scriviamo per chiedere un aiuto concreto ai cittadini e imprese del nostro Territorio ma non solo.
Abbiamo molto apprezzato le Sue parole durante l’incontro che si è svolto nel Palazzo della Provincia di Ravenna e abbiamo colto il profondo senso di responsabilità che attiene al ruolo affidatoLe. È lo stesso sentimento che proviamo tutti noi impegnati quotidianamente nel supportare ed aiutare i nostri concittadini.
Quello che a gran voce ci sentiamo di chiederLe è un confronto immediato per poter procedere in tempi rapidi, come tutti auspichiamo, a quantificare i danni che il nostro territorio ha subito, e non solo nelle infrastrutture pubbliche, ma anche ai privati cittadini ed alle molteplici imprese Romagnole, comprese le aziende agricole pesantemente colpite dall’evento calamitoso, con evidenti ed ingenti danni non solo alla produzione dell’anno corrente ma anche di quelli futuri. Ci riferiamo ad esempio ai danni subiti dagli impianti frutticoli e viticoli che potranno essere quantificati solo in futuro. Tutte attività che rappresentano i “motori” instancabili del nostro Paese e che oggi non possono pagare un prezzo ancora più alto se non si riuscisse a trovare canali tempestivi ed efficaci per ottenere giusti e possibilmente adeguati ristori.
A tale scopo, è dunque necessario addivenire al più presto alla definizione delle modalità e dei parametri necessari per la compilazione delle Perizie Asseverate, concordando, unitariamente alla Struttura commissariale, uno schema peritale che agevoli una snella redazione delle valutazioni economiche dei danni, con parametri di veloce comprensione ed inserimento, e che consentano al contempo una rapida verifica da parte delle Amministrazioni pubbliche.
Tutto ciò permetterebbe anche la definizione di un equo compenso per i professionisti coinvolti, un compenso che non deve essere un ulteriore gravame per i cittadini già fortemente colpiti dagli eventi calamitosi, i quali peraltro continuano – come noto – a flagellare la Romagna.
I Collegi e gli Ordini di Ravenna sono pienamente disponibili a collaborare al fine di analizzare e trovare percorsi di soluzione alle molteplici problematiche e criticità esistenti, passando anche attraverso la creazione di elenchi di tecnici disponibili a stilare le perizie in modo congruo ed equo.
Oltre a quanto sopra evidenziato, vogliamo altresì con la presente porLe all’attenzione, con una certa premura, alcune questioni correlate alle disposizioni del DL. 88/2023, appena convertito, che rischiano di minare alla base tutti i procedimenti di riconoscimento dei danni subiti.
In primo luogo, in merito alla documentazione da allegare alla richiesta di concessione del contributo (art. 6 co. 1 lett. A del D.L. 88 – ora art. 20 septies della legge di conversione), là dove è ora prevista la scheda di rilevazione dei danni “…redatta da professionista abilitato e verificata dall’Autorità Statale competente o da parte del personale tecnico del Comune…” si deve osservare quanto segue. Poiché per l’emergenza alluvionale non è stata attivata la funzione di rilevamento danni dell’STN (come avviene in automatico per i terremoti) è ora impossibile procedere alla redazione di tali schede, sia per l’oggettiva impossibilità di verificare tutti i danni a distanza anche di circa 3 mesi, sia per la difficoltà estrema di censire i circa 75.000 edifici/attività colpiti dall’evento; difficoltà aggravata peraltro anche dall’assenza all’interno degli Uffici tecnici comunali di competenze specifiche atte a verificare nel merito la effettiva consistenza dei danni dichiarati nelle predette schede, rapportata peraltro ad un numero elevatissimo di posizioni.
Si rammenta inoltre che il primo Decreto emergenziale e le relative ordinanze (vedi ad es. ODPC n. 999) conferivano ai professionisti esterni abilitati l’onere di accertare il danno con apposita perizia.
In secondo luogo, nell’articolato normativo (stesso art. 6 – ora art 20 septies cit.) sono presenti dei commi, relativi alla regolarità urbanistico-edilizia degli edifici colpiti, che rischierebbero nell’attuale formulazione di portare all’esclusione dal contributo moltissimi cittadini/aziende. Si tiene a sottolineare che NON si fa riferimento ai casi di abuso totale ovvero immobili o porzioni realizzati in assenza di titolo abilitativo o totale difformità: peraltro fenomeno, quello del macro-abusivismo edilizio, pressoché assente o comunque molto circoscritto nella nostra realtà territoriale. Ci riferiamo prevalentemente a lievi difformità spesso anche di natura solo formale o riferite a situazioni molto risalenti nel tempo. Concordiamo che sarebbe ingiusto risarcire chi ha edificato abusivamente, ma sarebbe lontano dalla ratio di qualunque provvedimento non erogare contributi ove siano presenti modeste difformità o comunque irregolarità in qualche modo sanabili, come ad esempio differenti misure di una finestra oppure la realizzazione di un tramezzo in una cantina, o qualche differenza nelle altezze interne di vani.
Si ritiene che tali casistiche, di scarso rilievo, NON debbano inficiare la fruizione del contributo da parte del cittadino comunque colpito, specie se si considera che spesso trattasi di immobili ricevuti in eredità oppure acquistati in buona fede e pertanto oggi in possesso di persone non responsabili delle predette modeste “difformità”. Ciò che riteniamo quindi fondamentale è in primo luogo prevedere disposizioni che vadano a modificare la verifica dello stato legittimo come di seguito si propone:
a) escludere la predetta verifica dello stato legittimo, per l’accesso al contributo di cui trattasi, per tutti quegli immobili che per gli interventi di ripristino del danno subito non necessitano di titoli abilitativi edilizi (in quanto opere riconducibili alla Manutenzione Ordinaria o comunque ascrivibili all’Attività Edilizia Libera, ai sensi del vigente “Glossario”), segnalando peraltro che tale casistica nelle nostre realtà territoriali costituisce la maggioranza degli edifici danneggiati.
b) subordinare, nelle altre casistiche di interventi che invece richiedono la presentazione di titolo abilitativo, la verifica dello stato legittimo – quale condizione necessaria per l’accesso al contributo – al momento della presentazione del titolo medesimo, con eventuale contestuale presentazione della istanza di “sanatoria”, ove necessario. Si rammenta che si è di fronte ad un contesto e ad una fase “emergenziale” che possono richiedere anche modalità procedimentali straordinarie (si veda ad es. quanto previsto da ordinanza ODPC n. 1010/23 ed anche quanto già indicato nell’Ordinanza Regionale n. 95 del 23/06/23, recante ulteriori disposizioni in attuazione dell’Ordinanza ODPC n. 999 del 31/05/23).
A tal proposito si evidenzia altresì l’ulteriore stato di criticità in cui versano alcuni Comuni (tra cui ad es. Forlì), ai fini della verifica dello stato legittimo degli immobili, avendo visto distrutti i loro archivi storici per effetto dell’alluvione.
Un altro tema fondamentale che necessita di un chiarimento applicativo adeguato ed imprescindibile, al fine di evitare discrasie e disparità di trattamento, riguarda il comma 2 dell’art. 6 del Decreto in argomento (ora art. 20 septies co. 2) ovvero il richiamo ai titoli edilizi e procedure previsti dal DPR 380/01. Ora, va assolutamente chiarito che nella nostra Regione trova applicazione la specifica normativa edilizia – in tema di titoli edilizi e procedure – di cui alla Legge 15/2013 e smi e alla Legge 23/04 e smi, per quanto concerne la modalità di acquisizione dei titoli edilizi in sanatoria e regime delle tolleranze. Si rammenta, peraltro, che negli stessi provvedimenti emergenziali statali più sopra citati era già prevista e consentita la presentazione del titolo edilizio in coerenza con le disposizioni della normativa regionale E/R.
Le nostre richieste hanno due scopi fondamentali: salvaguardare i cittadini e le imprese
che stanno iniziando ora il percorso di richiesta danni, rendendo snelle le procedure e garantendo nel contempo la massima legalità e trasparenza nella erogazione di fondi pubblici. Le rinnoviamo quindi l’invito ad attivare tempestivamente una linea di confronto diretta e proficua per tutti, al fine di risolvere i problemi sopra esposti e altre criticità presenti da valutare congiuntamente.
La ringraziamo sin da ora per la Sua disponibilità e collaborazione che siamo certi non vorrà negare in una fase congiunturale così grave per il nostro Territorio.
Con la massima stima e fiducia, cordialità.”