A partire da sabato 1 febbraio, e per tutti i sabati successivi fino all’1 marzo, presso il Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio, dalle ore 15.30 alle ore 17 è in programma il laboratorio dal titolo Ricamare Alfabeti.

Il progetto nasce dall’esperienza della Chiamata alle arti dove l’artista italo-egiziana Hagar Keshk, attraverso il codice del ricamo, ha condiviso il proprio progetto artistico che è stato un invito a riflettere sugli invisibili legami che ci uniscono e ci rendono comunità attraverso il ricamo, per fissare parole e pensieri sulla stoffa, fino alla creazione di un’opera collettiva. Quell’invito è diventato un progetto dove nello spazio del museo, luogo della comunità dove condividere il sistema di memoria e di valori su cui si fonda la nostra esperienza nel mondo, si creano vere e proprie tessiture di comunità attraverso gesti comuni e nello stesso tempo universali, quale la scelta delle parole, il modo di darne rappresentazione attraverso le tecniche grafiche e il gesto del ricamo, attraverso cui fissarle artisticamente. Cercare parole, rappresentarle secondo uno stile personale e cucirle sono gesti di cura di sé e del proprio essere in relazione con gli altri. Si tratta di uno spazio dove prendersi tempo insieme, tempo buono per condividere presenza e precisione, attenzione e ascolto, insomma quelle posture che aiutano la consapevolezza, dunque il benessere e la creatività.

“Disegnare e ricamare parole in un museo significa attingere a un percorso di memoria collettiva e personale attraverso un’esperienza – spiega Francesca Masi, direttrice di RavennAntica.
Nel primo incontro di preparazione al percorso, intitolato Siamo le nostre parole: qualche strumento per la consapevolezza, proporrò una breve introduzione sulla vita delle nostre parole e sulla scrittura consapevole, a cui seguirà un’esperienza pratica dove ciascuno potrà individuare la parola cara che porterà nell’esperienza della calligrafia e del ricamo”.