Reperti archeologici venduti di contrabbando in tutta Europa. È rientrato anche il territorio ravennate nell’operazione dei carabinieri che ha portato ad incastrare i predatori di patrimoni storici e culturali della Calabria. Nella giornata di ieri sono stati 23 gli arresti portati a termine dalle forze dell’ordine nell’ambito dell’inchiesta “Achei” della Procura di Crotone e dei Carabinieri di Cosenza per la tutela del patrimonio culturale. Tutte le persone fermate, due delle quali finite in carcere, sono accusate di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita. Oltre agli arrestati, sono 80 le persone iscritte nel registro degli indagati.
Le perquisizioni si sono tenute in diverse città d’Italia, dal sud, fra Calabria e Puglia, fino a Bolzano, passando per l’Emilia-Romagna dove gli inquirenti hanno operato fra Ferrara e Ravenna. Quattro i Paesi nei quali era ramificata la rete di vendita: Francia, Germania, Inghilterra e Serbia.