I candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale ed Elena Ugolini hanno incontrato i manager iscritti alla CIDA, la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità dei settori pubblico e privato.

Gli appuntamenti si sono svolti presso la sede di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna a Villanova di Castenaso, Bologna e hanno visto la partecipazione di una delegazione di iscritti, che in Emilia Romagna sono circa 10mila.

Ad accogliere i due candidati sono stati Cristina Mezzanotte, Presidente di Manageritalia Emilia – Romagna e Segretario regionale CIDA e Massimo Melega, Presidente Federmanager Emilia Romagna, che hanno presentato una breve sequenza di argomenti e domande poste ai candidati per affrontare alcune delle sfide economiche e sociali della Regione. Al centro temi chiave come la crescita economica, l’innovazione, il welfare, il gender gap oltre a formazione e infrastrutture, con un approccio manageriale mirato a favorire lo sviluppo sostenibile e il benessere dei cittadini.

Le proposte di CIDA

Per CIDA è fondamentale l’adozione di politiche lungimiranti, con una visione di medio-lungo periodo, in grado di gestire le grandi trasformazioni demografiche, sociali e tecnologiche che si riversano pesantemente sulla struttura sociale e sulle finanze pubbliche.

Per guidare queste imponenti e veloci trasformazioni, sostiene la Confederazione, occorre tra l’altro rivedere i modelli organizzativi e gestionali delle nostre imprese, integrare gli organici con nuove competenze, svolgere una massiva attività di upskilling e di reskilling sugli organici esistenti ed affidarne la guida a figure manageriali qualificate al fianco dell’imprenditore.

Tra le priorità, il documento evidenzia l’importanza della formazione, l’aggiornamento professionale e la necessità di sostenere il mercato del lavoro, colmando il divario uomo donna e tra la domanda e l’offerta di competenze tecniche. Il testo affronta anche il tema del welfare, sottolineando l’impatto delle trasformazioni demografiche e l’urgente necessità di potenziare il sistema sanitario regionale, migliorare la rete di assistenza e affrontare le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro.

Inoltre, solleva questioni legate alle infrastrutture e al governo del territorio, con un appello per politiche volte a migliorare la mobilità, la sicurezza territoriale e la gestione ambientale, essenziali per lo sviluppo economico e sociale della regione.

“La nostra comunità di manager – ha dichiarato Cristina Mezzanotte, Presidente di Manageritalia Emilia Romagna e Segretario regionale CIDA – è da sempre a disposizione delle istituzioni regionali non solo con le proprie competenze ma anche come soggetto proattivo. In questi anni abbiamo avviato una stretta collaborazione per favorire la presenza femminile all’interno del tessuto economico regionale e nazionale per ridurre il gender gap e un mercato del lavoro davvero inclusivo”.

“Siamo profondamente convinti che solo con gli sforzi coordinati tra il Governo regionale, i manager e gli imprenditori l’economia della Regione possa continuare a crescere e si possano ulteriormente migliorare tanti aspetti che necessitano di particolare attenzione – basti pensare al tema delle infrastrutture logistiche e sanitarie, che presentano criticità superabili solo con attente progettazioni, per evitare sprechi di energie e di risorse – ha sottolineato Massimo Melega, Presidente Federmanager Emilia – Romagna”.

Le domande ai candidati

Molte le questioni poste all’attenzione degli Ospiti, a partire da cosa si intenda fare per definire ed attuare una politica industriale regionale, per la valorizzazione ed ulteriore sviluppo dei distretti industriali dell’Emilia Romagna che, molto variegati, contribuiscono in maniera determinante al PIL regionale e nazionale. E ancora, come si intende procedere per rendere finalmente operativa la ZLS Emilia Romagna, fondamentale per l’economia regionale e per il Porto di Ravenna.

Evidenziate a De Pascale ed Ugolini anche la difficoltà delle imprese nel reperimento delle figure tecniche necessarie per far funzionare le nuove tecnologie: su 54mila entrate nel mondo del lavoro richieste oggi dalle imprese in regione, oltre la metà sono profili introvabili: per operai, tecnici di processo e carpentieri la percentuale di distanza tra domanda e offerta ha superato l’80%. Ma anche la questione relativa alla disparità di genere, con le donne che spesso occupano posizioni meno retribuite e meno rappresentate nei ruoli decisionali. Toccato anche il tema dei danni causati dall’alluvione del maggio 2023: poche le pratiche liquidate e irrisori i rimborsi arrivati (circa il 9% per i privati ed il 10% per le aziende).

 

Michele De Pascale

Michele De Pascale, candidato sostenuto dal centro sinistra, ha sottolineate l’importanza del voto regionale, sollecitando una vasta partecipazione. “La Regione entra in maniera molto significativa direttamente o indirettamente nella vita delle persone e delle imprese”.

Nel raccontarsi, ha dato spazio anche ai precedenti rapporti con le associazioni dei manager. “Negli ultimi 8 anni e mezzo circa sono stato sindaco e presidente della provincia di Ravenna. In quella veste ho avuto l’occasione in diverse circostanze di confrontarmi con la vostra organizzazione sia sui temi, ovviamente rilevanti, anche di politiche industriali del mio territorio e poi anche di saggiare la vostra generosità e la vostra solidarietà in momenti difficili per la nostra terra.”

“Momenti come questi di confronto con un bel pezzo diciamo anche della capacità manageriale della nostra regione sono molto utili per avere stimoli, critiche e suggerimenti.”

“Una politica industriale – ha sottolineato De Pascale, che ha evidenziato la grande capacità di internazionalizzazione delle aziende emiliano romagnole – è fatta almeno nella mia esperienza soprattutto di capacità di ascolto e di capacità di saper essere veramente a fianco delle imprese che vogliono investire e che credono in questo territorio e per fortuna sono tante”.

Molti gli argomenti toccati, dalla cooperazione euromediterranea alla transizione digitale e alla formazione, fino alla necessità di accompagnare le aziende nel percorso di transizione ecologica, in particolare quelle dell’hard to abate. “Io penso – ha detto – che una parte molto significativa delle nostre politiche industriali nei prossimi 5 anni devono essere indirizzate alla ricerca, all’innovazione, alla sostenibilità” in particolare “dei distretti energivori”.

In merito alla zona logistica semplificata dell’Emilia Romagna, De Pascale ha rimarcato che la Regione ha tutte le caratteristiche per diventare sempre di più un hub logistico europeo. Tra le sfide da affrontare, spostare le merci sul ferro puntando sull’intermodalità, guardare all’Adriatico ma anche al Tirreno.

In merito alla disparità di genere, ha ricordato che l’Emilia Romagna oggi è la regione che ha la copertura più alta di servizi per l’infanzia 0-6 e ha sottolineato l’importanza di supportare l’accesso alle materie Stem da parte delle donne.

Sul tema della gestione dei rifiuti, “sono oggi probabilmente una delle leve economiche per il nostro paese più forti, cioè, se noi domani, diciamo, smettessimo dalla sera alla mattina di esportare una quantità molto significativa dei nostri rifiuti e fossimo in grado di gestirli integralmente in Italia, sarebbe forse una delle iniezioni di lavoro, di occupazione, di PIL, di investimenti, più alta che potremmo fare”, avendo l’accortezza di “discutere un po’ più degli impianti prima di collocarli sul territorio e poi essere molto fermi quando li collochiamo sul territorio”.

Sui trasporti, il candidato ha sottolineato che “negli ultimi 10 anni la regione ha dato agli Emiliano Romagnoli un sistema di materiale rotabile contemporaneo, la sfida dei prossimi anni è quella di lavorare sulla frequenza e anche sul raccordo” tra servizio ferroviario metropolitano e territori limitrofi, “perché Bologna è un hub importantissimo per tutto il territorio regionale”.

Sul tema scali aeroportuali, “Bologna è lo scalo di riferimento per la nostra regione. Bologna deve qualificare il suo traffico, non ha la prospettiva di aumentarlo radicalmente”. “Se vogliamo crescere in termini di traffico, l’unica strada è quella di valorizzare il sistema degli aeroporti dell’Emilia Romagna”. E ancora: “penso che l’Emilia Romagna debba prendere in mano la questione degli aeroporti” con una legge specifica.

In tema di sanità, De Pascale ha posto l’accento sull’importanza della filiera preventiva e sulla necessità di agire con appropriatezza per ridurre nel breve periodo le liste d’attesa, cioè essere maggiormente capaci di identificare a chi vanno garantite prestazioni sanitarie in maniera urgente e tempestiva. Interpellato sul task shifting – portato avanti in vari modi con gli algoritmi per gli infermieri di ambulanza (delibera 508/2016) -, sul quale Cida ha una posizione critica, De Pascale ha confermato l’adesione alle linee attualmente adottate a livello regionale. “Penso che noi con equilibrio e con rispetto della professione medica dobbiamo valorizzare anche le professioni infermieristiche che con lauree magistrali e con percorsi di studio possono dare un contributo importante che non è sostitutivo a quello dei medici ma è integrativo a quello dei medici nei loro ambiti di competenza”.

Arrivata anche una domanda sull’autonomia differenziata in ambito scolastico, vista come un errore da De Pascale, che si dichiara a favore di una gestione più prossima e vicina possibile al cittadino ma con regole uguali e uniformi.

 

Elena Ugolini

Sul task shifting è intervenuta anche la candidata civica appoggiata dal centro destra Elena Ugolini, che ha commentando, dicendosi disponibile a cambiamenti: “Su questo io penso che ognuno debba fare il proprio lavoro”.

In tema di autonomia in ambito scolastico: “Abbiamo un’autonomia super differenziata nelle scuole, perché ogni singola istituzione scolastica è autonoma. Il mio parere? L’autonomia differenziata dipende da chi la governa”. Ugolini ha poi sottolineato l’importanza della figura del dirigente scolastico e lamentato l’esistenza di una problematica legata alla valutazione delle competenze: “all’interno del sistema nazionale di istruzione non abbiamo un sistema di selezione all’ingresso efficace.”

Sulla scuola, ha detto che “il futuro passa proprio dentro quelle aule. E se ne escono bambini e ragazzi con un’apertura mentale, con la voglia di risolvere i problemi, col senso della responsabilità nei confronti del bene comune, costruttivi, cittadini del mondo ma radicati dentro i nostri valori, questa è la scommessa e dentro metto anche i figli degli immigrati, le persone che sono arrivate qui e che di cui tutti parlano, ma che spesso non vengono veramente accolte ed integrate. Nella scuola noi possiamo fare questo grande lavoro di costruzione del futuro.”

Dalla scuola al mondo del lavoro. “Ho incontrato tantissimi imprenditori di aziende di ogni dimensione e di diversi settori. Tutti mi hanno detto che hanno un grosso problema di personale a tutti i livelli, dalle qualifiche più elementari, fino a tecnici e super tecnici, ma anche ingegneri, oppure figure che si dedicano, per esempio, ai servizi alla persona. Dobbiamo capire in che modo rendere attrattive certe professioni e come costruire il passaggio generazionale.” Occorre quindi “una riflessione su come costruire le competenze per il futuro”.

La candidata ha poi ribadito il fondamentale ruolo della formazione professionale e degli Istituti Tecnici Superiori, confermando il suo impegno per la crescita di una filiera di formazione professionale connessa alle imprese, come avviene in Friuli, Veneto, Trentino, Lombardia, Piemonte e Liguria.

In tema di sanità, Elena Ugolini ha sottolineato la necessità di una riforma del servizio sanitario regionale, “in passato il punto di riferimento, in virtù della capacità di garantire servizi di qualità mantenendo al contempo la sostenibilità economica. Oggi però questo stesso sistema mostra i limiti dovuti alla mancanza di una innovazione necessaria.” La direzione è quella di una riorganizzazione del lavoro in modo tale che, per esempio, non sia più necessario il ricorso ai gettonisti e non si creino file in pronto soccorso perché qualcuno si è preso carico delle problematiche delle persone in precedenza. La stessa medicina preventiva o medicina attiva, ha poi sottolineato, è molto legata alla riorganizzazione di tutta la medicina territoriale, “perché bisogna giocare d’anticipo soprattutto dove ci sono patologie croniche che devono essere monitorate continuamente. Su questo digitalizzazione e telemedicina possono avere un grosso peso”.

Sul problema casa si è pronunciata a favore di una valorizzazione degli immobili demaniali e di una legge urbanistica più leggera, favorendo una gestione manageriale, ad esempio, dell’edilizia pubblica, così come la nascita di fondi per costruire case da dare in affitto a basso costo a giovani e lavoratori.

In tema di economia, sviluppo e innovazione, il principio cardine di tutto il programma è, per Ugolini, quello di partire dalla fiducia nei confronti di chi fa impresa, per aiutare e diventare una leva e non un ostacolo allo sviluppo e alla crescita, avendo l’accortezza di tutelare il concetto di filiera – “perché i grandi è giusto che trainino tutto il settore” – con “interventi ad hoc per i piccoli, i medi e i piccolissimi”. Importante inoltre una politica di welfare che supporti, anche grazie a una detassazione, le famiglie e tutte le persone che si prendono cura di bambini, giovani, anziani, malati, dei più fragili, di chi ha disabilità, anche per stimolare una maggiore presenza femminile nel mondo del lavoro e in posizioni apicali.

Infine l’alluvione. “Ci sono diverse cose che vanno fatte. La prima è la manutenzione ordinaria di fiumi, affluenti e torrenti.” Coinvolgendo anche gli agricoltori “che sono i primi custodi del territorio, magari dando la possibilità di integrare il reddito, rifacendo quello che hanno fatto per centinaia di anni”. Secondo tema: le opere, “vanno fatti invasi, vasche di laminazione e dighe” secondo una programmazione precisa. Terzo: “c’è un tema di competenza e quindi l’altra cosa da fare è costruire subito con l’università, le scuole, la formazione professionale, le imprese un polo per formare competenze necessarie per contrastare il dissesto idrogeologico.” Va poi modificata la legge sui Parchi, ha sottolineato Ugolini.